2019 A BAROLO, UN FUGACE RITORNO ALLA CLASSICITÀ
di FILIPPO APOLLINARI - 25 maggio 2024
Il millesimo è la firma che il tempo appone su una bottiglia di vino: il contributo, non riproducibile e non replicabile, che la natura apporta alla realizzazione di un’opera unica.
Acclamata pressoché dalla totalità del comparto produttivo e della critica di settore, la vendemmia 2019 - più a Barolo che a Barbaresco - sembra destinata a lasciare il segno nella storia di questa denominazione. Nata da una raccolta nella seconda decade di ottobre, evoca tempistiche considerate normali per tutto il secolo scorso e che nell’ultimo ventennio sono divenute più rare che episodiche. Da qui ne scaturisce la nostalgica etichetta di “annata classica”.
Nell’attesa di scoprire l’eredità che questa vendemmia lascerà alla comunità del Barolo (e dei barolisti), giovedì 16 maggio abbiamo condotto un preliminare approfondimento di indagine per comprenderne il valore attuale e ipotizzarne traiettorie future.
I VINI DELL'APPROFONDIMENTO
L'evento è andato in scena all'Osteria Michiletta di Cesena e la line-up della sessione degustativa è stata definita attingendo dall'ampia e articolata proposta enoica del ristorante. L'amico Simone Rosetti ha rilevato questo storico locale romagnolo nella primavera dello scorso anno, trasformandolo in un osservatorio privilegiato del movimento vinicolo artigiano.
Questi i vini che ho selezionato per la lettura del millesimo 2019:
• Barolo del comune di Castiglione Falletto 2019 Cascina Fontana (Castiglione Falletto)
• Barolo del Comune di La Morra 2019 Crissante (La Morra)
• Barolo Ravera di Monforte 2019 Principiano (Monforte d'Alba)
• Barolo Villero 2019 Giacomo Fenocchio (Castiglione Falletto)
• Barolo Briccolina 2019 Tenuta La Briccolina (Serralunga d'Alba)
• Barolo Bricco Boschis 2019 Cavallotto (Castiglione Falletto)
• Barolo 2019 Margherita Otto (Barolo d'assemblaggio)
• Barolo Sarmassa Vigna Merenda 2019 Scarzello (Barolo)
• Barolo Tre Tine 2019 Rinaldi (Barolo d'assemblaggio dal comune di Barolo)
• Barolo 2019 Bartolo Mascarello (Barolo d'assemblaggio dal comune di Barolo)
• Barolo Paiagallo 2019 Canonica (Barolo)
2019, ANDAMENTO CLIMATICO
L’inverno si è protratto a lungo, con temperature rigide fino a febbraio e poi con piogge consistenti per tutto marzo. Ad aprile, anche se il freddo ha allentato la morsa, le piogge sono rimaste intense, causando sia un rallentamento dello sviluppo vegetativo, sia un notevole accumulo di risorse idriche. Durante il mese di maggio il tempo è proseguito nel segno dell’instabilità metereologica, confermando un ritardo delle piante di circa due settimane rispetto alle ultime vendemmie. Giugno ha finalmente aperto le porte della Langa all'estate, con temperature alte e assenza di precipitazioni. La vegetazione ha subito un’improvvisa accelerata, imponendo ai vignaioli grande attenzione nella prevenzione di eventuali problemi fitosanitari. La prima ondata di calura intensa si è registrata tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, mese, quest’ultimo, che ha visto il ritorno di alcuni temporali. All’inizio di agosto si è registrata la seconda ondata di calore, ma senza i picchi estremi di annate come la 2023, nella quale si sono toccate temperature sopra i 40 gradi anche nell’ultima decade. A settembre, precisamente il 5 e il 6, si è assistito all’unico vero evento traumatico della stagione, rappresentato da un temporale a carattere grandinigeno che ha coinvolto, fortunatamente, solo parte del settore nord-orientale della denominazione (loc. Fontanafredda e Diano d’Alba). Al netto di questo accadimento, il mese di settembre ha portato in dote, soprattutto nella Langa del Barolo, condizioni ideali, con giornate soleggiate e notti fresche. Quasi tutti i vignaioli hanno raccolto dal 10 al 17 ottobre, anche per evitare l’arrivo di un’ondata di maltempo previsto per i giorni successivi. In qualche caso le uve non avrebbero disdegnato restare sulla pianta qualche giorno in più.
L'ESITO NEL CALICE
Quando si redige il bilancio di un'annata, ancor più se prematuro, è doveroso muoversi in punta di piedi, sperando che il lettore sappia che si tratta sempre di una disamina di carattere generale, che accoglie di buon grado l'esistenza di quelle che saranno tesi contrarie e sacrosante eccezioni.
Assimilata questa premessa, l'esito nel calice dell’annata 2019 - soprattutto nella Langa del Barolo - si insedia, a mio avviso, nel podio dei migliori dell’ultima decade (2011-2020) insieme a 2013 e 2016 e, con buona probabilità, con un livello medio persino più alto. Si tratta di tre millesimi con andamenti climatici non equiparabili e (conseguenti) caratteristiche nel calice distinte, eppure estremamente convincenti.
L'annata 2013 si presenta come un’annata immanente, più legata agli elementi della terra e del sottobosco, piuttosto che all'ariosità; il frutto è raramente preminente e, quando lo è, si esprime con tonalità tendenzialmente scure. Il sorso è solido, mascolino, in possesso di una trama tannica di spessore e generosa, talvolta anche ruvida. La 2016 è un'annata di eleganza e proporzione, con una evidente definizione del frutto, che vira su tonalità chiare e agrumate, raramente cupe; al palato la trama tannica risulta matura e avvolta in una fodera glicerica e saporita. L'annata 2019 vive di trasparenze ed essenzialità, come privata dalla natura di tutto ciò che è superfluo; un'annata che antepone la florealità al frutto, sovente chiaro e agrumato. L'attacco della trama tannica non è mitigato dalla glicerina e mostra una notevole definizione, oltre che una grana tannica millimetrica. Per queste sue caratteristiche, appare di facile lettura anche se talvolta alle prese con qualche chiusura espressiva.
VELOCI APPUNTI SUI VINI
Come seconada doverosa premessa va detto che tutte le bottiglie stappate sono risultate in ottimo stato e performanti. Questo ha permsso di dare vita a una sessione di assaggi di un livello davvero elevato, in linea con le aspetattive. La serata si è svolta in un "giorno frutto".
Barolo 2019 Margherita Otto: Una delle novità più interessanti degli ultimi anni. Dopo una lunga militanza presso le cantine di Luciano Sandrone, Elio Altare, Marco Marengo e Bartolo Mascarello, nel 2015 Alan Emil Manley ha dato vita al proprio progetto personale. Il suo 2019 è un Barolo d'assemblaggio di Ginestra, Pernanno, Vignane e Vigna Rionda, dai comuni di Monforte d'Alba, Castiglione Falletto, Barolo e Serralunga d'Alba. Un Barolo dal taglio classico, elegante, femmineo e proporzionato.
Barolo Ravera di Monforte 2019 Principiano: Una versione davvero positiva, ancora in parte alla ricerca di definizione olfattiva, ma in possesso di una grana tannica da applausi, di spessore notevole eppure di grana tannica finissima. Scommetterei sulla sua tenuta per i prossimi tre decenni.
Barolo Villero 2019 Giacomo Fenocchio: Nonostante un rapporto privilegiato di cui vado fiero, il mio legame con i vini di Claudio Fenocchio è altalenante. Vini comunque di un sincero artigianato, proprio come Villero 2019, che sfoggia il consueto carattere mediterraneo e un tannino che viaggia sul centrobocca.
Barolo Paiagallo 2019 Canonica: Sembrerebbero lontane le edizioni più opache e rusticane dei Paiagallo pre-2015. Questa versione sfoggia una seducente spontaneità espressiva, abbinata a una convincente dolcezza del frutto e del tannino. Goloso.
Barolo Briccolina 2019 Tenuta La Briccolina: Il giovane Daniele Grasso continua nel suo percorso di crescita, alle prese con una vigna di grande tempra qual è La Briccolina. La versione assaggiata svela carattere e energia dirompente nel contrasto tra sale e tannino. Sono certo arriverà anche una maggiore rifinitura.
Barolo Sarmassa Vigna Merenda 2019 Scarzello: Ho avuto la fortuna di assaggiare questo vino in più occasioni e confermo che lo ritengo un punto di riferimento del millesimo. Il suo consueto sviluppo radiale mostra progressione e sapore, ma soprattutto una grana tannica infinitesimale. Alto lignaggio.
Barolo del Comune di La Morra 2019 Crissante: Azienda storica che nell'ultimo lustro sta attirando l'attenzione che merita. Quella del suo Barolo del comune di La Morra è una versione di frutto e fiore, che riporta l'attenzione sulla centralità del tannino. Tutto sembra essere al proprio posto per un risultato che coinvolge e suscita consensi pressoché all'unanimità tra i presenti.
Barolo Tre Tine 2019 Rinaldi: Comunque la metti, la giri e la frulli, i vini di Marta e Carlotta Rinaldi riescono a stringere una connessione speciale con i degustatori. Le ultime versione sembrano avere acquistato definizione senza perdere emotività. Impresa tutt'altro che semplice. Questa edizione scorre sul palato che è una bellezza, tra sapore e armonia impeccabili.
Barolo del comune di Castiglione Falletto 2019 Cascina Fontana: Da anni stabilmente tra i migliori della denominazione, i Barolo di Mario Fontana sembrano riuscire ad aggiungere continuamente un tassello in più a quello che appare come un livello difficilmente migliorabile. Il Castiglione Falletto 2019 è un vino austero eppure leggibilissimo nella sua estrazione professorale. Agrumi e salinità ne smorzano l'aura quasi granitica.
Barolo Bricco Boschis 2019 Cavallotto: Apprezzo senza compromessi quello che si potrebbe (forse forzatamente) definire il "nuovo corso" dei Cavallotto. Il BB 2019 raggiunge livelli di espressività impensabili solo tre lustri indietro. Una lieve volatile apporta levità a una vigna che storicamente guarda più la terra piuttosto che il cielo. Eppure l'anima del territorio marca il palato, con pressione centrale e toni scuri.
Barolo 2019 Bartolo Mascarello: Sono tra quelli (ammesso ce ne siano altri) che, soprattutto nell'ultimo decennio, stanno apprezzando maggiormente i Barolo di Maria Teresa nelle annate più complesse e "calde", vedi 2011, 2015, 2018. Eppure questo 2019 riporta alla mente la meravigliosa edizione del 2010. Un Barolo al limite del definitivo.
PHOTO CREDIT: MARTINA BOSCHETTI
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Acclamata pressoché dalla totalità del comparto produttivo e della critica di settore, la vendemmia 2019 - più a Barolo che a Barbaresco - sembra destinata a lasciare il segno nella storia di questa denominazione. Nata da una raccolta nella seconda decade di ottobre, evoca tempistiche considerate normali per tutto il secolo scorso e che nell’ultimo ventennio sono divenute più rare che episodiche. Da qui ne scaturisce la nostalgica etichetta di “annata classica”.
Nell’attesa di scoprire l’eredità che questa vendemmia lascerà alla comunità del Barolo (e dei barolisti), giovedì 16 maggio abbiamo condotto un preliminare approfondimento di indagine per comprenderne il valore attuale e ipotizzarne traiettorie future.
I VINI DELL'APPROFONDIMENTO
L'evento è andato in scena all'Osteria Michiletta di Cesena e la line-up della sessione degustativa è stata definita attingendo dall'ampia e articolata proposta enoica del ristorante. L'amico Simone Rosetti ha rilevato questo storico locale romagnolo nella primavera dello scorso anno, trasformandolo in un osservatorio privilegiato del movimento vinicolo artigiano.
Questi i vini che ho selezionato per la lettura del millesimo 2019:
• Barolo del comune di Castiglione Falletto 2019 Cascina Fontana (Castiglione Falletto)
• Barolo del Comune di La Morra 2019 Crissante (La Morra)
• Barolo Ravera di Monforte 2019 Principiano (Monforte d'Alba)
• Barolo Villero 2019 Giacomo Fenocchio (Castiglione Falletto)
• Barolo Briccolina 2019 Tenuta La Briccolina (Serralunga d'Alba)
• Barolo Bricco Boschis 2019 Cavallotto (Castiglione Falletto)
• Barolo 2019 Margherita Otto (Barolo d'assemblaggio)
• Barolo Sarmassa Vigna Merenda 2019 Scarzello (Barolo)
• Barolo Tre Tine 2019 Rinaldi (Barolo d'assemblaggio dal comune di Barolo)
• Barolo 2019 Bartolo Mascarello (Barolo d'assemblaggio dal comune di Barolo)
• Barolo Paiagallo 2019 Canonica (Barolo)
2019, ANDAMENTO CLIMATICO
L’inverno si è protratto a lungo, con temperature rigide fino a febbraio e poi con piogge consistenti per tutto marzo. Ad aprile, anche se il freddo ha allentato la morsa, le piogge sono rimaste intense, causando sia un rallentamento dello sviluppo vegetativo, sia un notevole accumulo di risorse idriche. Durante il mese di maggio il tempo è proseguito nel segno dell’instabilità metereologica, confermando un ritardo delle piante di circa due settimane rispetto alle ultime vendemmie. Giugno ha finalmente aperto le porte della Langa all'estate, con temperature alte e assenza di precipitazioni. La vegetazione ha subito un’improvvisa accelerata, imponendo ai vignaioli grande attenzione nella prevenzione di eventuali problemi fitosanitari. La prima ondata di calura intensa si è registrata tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, mese, quest’ultimo, che ha visto il ritorno di alcuni temporali. All’inizio di agosto si è registrata la seconda ondata di calore, ma senza i picchi estremi di annate come la 2023, nella quale si sono toccate temperature sopra i 40 gradi anche nell’ultima decade. A settembre, precisamente il 5 e il 6, si è assistito all’unico vero evento traumatico della stagione, rappresentato da un temporale a carattere grandinigeno che ha coinvolto, fortunatamente, solo parte del settore nord-orientale della denominazione (loc. Fontanafredda e Diano d’Alba). Al netto di questo accadimento, il mese di settembre ha portato in dote, soprattutto nella Langa del Barolo, condizioni ideali, con giornate soleggiate e notti fresche. Quasi tutti i vignaioli hanno raccolto dal 10 al 17 ottobre, anche per evitare l’arrivo di un’ondata di maltempo previsto per i giorni successivi. In qualche caso le uve non avrebbero disdegnato restare sulla pianta qualche giorno in più.
L'ESITO NEL CALICE
Quando si redige il bilancio di un'annata, ancor più se prematuro, è doveroso muoversi in punta di piedi, sperando che il lettore sappia che si tratta sempre di una disamina di carattere generale, che accoglie di buon grado l'esistenza di quelle che saranno tesi contrarie e sacrosante eccezioni.
Assimilata questa premessa, l'esito nel calice dell’annata 2019 - soprattutto nella Langa del Barolo - si insedia, a mio avviso, nel podio dei migliori dell’ultima decade (2011-2020) insieme a 2013 e 2016 e, con buona probabilità, con un livello medio persino più alto. Si tratta di tre millesimi con andamenti climatici non equiparabili e (conseguenti) caratteristiche nel calice distinte, eppure estremamente convincenti.
L'annata 2013 si presenta come un’annata immanente, più legata agli elementi della terra e del sottobosco, piuttosto che all'ariosità; il frutto è raramente preminente e, quando lo è, si esprime con tonalità tendenzialmente scure. Il sorso è solido, mascolino, in possesso di una trama tannica di spessore e generosa, talvolta anche ruvida. La 2016 è un'annata di eleganza e proporzione, con una evidente definizione del frutto, che vira su tonalità chiare e agrumate, raramente cupe; al palato la trama tannica risulta matura e avvolta in una fodera glicerica e saporita. L'annata 2019 vive di trasparenze ed essenzialità, come privata dalla natura di tutto ciò che è superfluo; un'annata che antepone la florealità al frutto, sovente chiaro e agrumato. L'attacco della trama tannica non è mitigato dalla glicerina e mostra una notevole definizione, oltre che una grana tannica millimetrica. Per queste sue caratteristiche, appare di facile lettura anche se talvolta alle prese con qualche chiusura espressiva.
VELOCI APPUNTI SUI VINI
Come seconada doverosa premessa va detto che tutte le bottiglie stappate sono risultate in ottimo stato e performanti. Questo ha permsso di dare vita a una sessione di assaggi di un livello davvero elevato, in linea con le aspetattive. La serata si è svolta in un "giorno frutto".
Barolo 2019 Margherita Otto: Una delle novità più interessanti degli ultimi anni. Dopo una lunga militanza presso le cantine di Luciano Sandrone, Elio Altare, Marco Marengo e Bartolo Mascarello, nel 2015 Alan Emil Manley ha dato vita al proprio progetto personale. Il suo 2019 è un Barolo d'assemblaggio di Ginestra, Pernanno, Vignane e Vigna Rionda, dai comuni di Monforte d'Alba, Castiglione Falletto, Barolo e Serralunga d'Alba. Un Barolo dal taglio classico, elegante, femmineo e proporzionato.
Barolo Ravera di Monforte 2019 Principiano: Una versione davvero positiva, ancora in parte alla ricerca di definizione olfattiva, ma in possesso di una grana tannica da applausi, di spessore notevole eppure di grana tannica finissima. Scommetterei sulla sua tenuta per i prossimi tre decenni.
Barolo Villero 2019 Giacomo Fenocchio: Nonostante un rapporto privilegiato di cui vado fiero, il mio legame con i vini di Claudio Fenocchio è altalenante. Vini comunque di un sincero artigianato, proprio come Villero 2019, che sfoggia il consueto carattere mediterraneo e un tannino che viaggia sul centrobocca.
Barolo Paiagallo 2019 Canonica: Sembrerebbero lontane le edizioni più opache e rusticane dei Paiagallo pre-2015. Questa versione sfoggia una seducente spontaneità espressiva, abbinata a una convincente dolcezza del frutto e del tannino. Goloso.
Barolo Briccolina 2019 Tenuta La Briccolina: Il giovane Daniele Grasso continua nel suo percorso di crescita, alle prese con una vigna di grande tempra qual è La Briccolina. La versione assaggiata svela carattere e energia dirompente nel contrasto tra sale e tannino. Sono certo arriverà anche una maggiore rifinitura.
Barolo Sarmassa Vigna Merenda 2019 Scarzello: Ho avuto la fortuna di assaggiare questo vino in più occasioni e confermo che lo ritengo un punto di riferimento del millesimo. Il suo consueto sviluppo radiale mostra progressione e sapore, ma soprattutto una grana tannica infinitesimale. Alto lignaggio.
Barolo del Comune di La Morra 2019 Crissante: Azienda storica che nell'ultimo lustro sta attirando l'attenzione che merita. Quella del suo Barolo del comune di La Morra è una versione di frutto e fiore, che riporta l'attenzione sulla centralità del tannino. Tutto sembra essere al proprio posto per un risultato che coinvolge e suscita consensi pressoché all'unanimità tra i presenti.
Barolo Tre Tine 2019 Rinaldi: Comunque la metti, la giri e la frulli, i vini di Marta e Carlotta Rinaldi riescono a stringere una connessione speciale con i degustatori. Le ultime versione sembrano avere acquistato definizione senza perdere emotività. Impresa tutt'altro che semplice. Questa edizione scorre sul palato che è una bellezza, tra sapore e armonia impeccabili.
Barolo del comune di Castiglione Falletto 2019 Cascina Fontana: Da anni stabilmente tra i migliori della denominazione, i Barolo di Mario Fontana sembrano riuscire ad aggiungere continuamente un tassello in più a quello che appare come un livello difficilmente migliorabile. Il Castiglione Falletto 2019 è un vino austero eppure leggibilissimo nella sua estrazione professorale. Agrumi e salinità ne smorzano l'aura quasi granitica.
Barolo Bricco Boschis 2019 Cavallotto: Apprezzo senza compromessi quello che si potrebbe (forse forzatamente) definire il "nuovo corso" dei Cavallotto. Il BB 2019 raggiunge livelli di espressività impensabili solo tre lustri indietro. Una lieve volatile apporta levità a una vigna che storicamente guarda più la terra piuttosto che il cielo. Eppure l'anima del territorio marca il palato, con pressione centrale e toni scuri.
Barolo 2019 Bartolo Mascarello: Sono tra quelli (ammesso ce ne siano altri) che, soprattutto nell'ultimo decennio, stanno apprezzando maggiormente i Barolo di Maria Teresa nelle annate più complesse e "calde", vedi 2011, 2015, 2018. Eppure questo 2019 riporta alla mente la meravigliosa edizione del 2010. Un Barolo al limite del definitivo.
PHOTO CREDIT: MARTINA BOSCHETTI
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- IL PODERE DELLA CIVETTAJA, STORIA DI UN PINOT NERO IN BILICO TRA APPENNINO E BORGOGNA di FILIPPO APOLLINARI
- 2011 IN LANGA, RETROSPETTIVA DI UN MILLESIMO FIGLIO DEL SOLE di FILIPPO APOLLINARI