CABERNET FRANC: TRA NOIA E CIELO
di LUCIO FOSSATI - 15 aprile 2020
Il corredo olfattivo varietale del cabernet franc è fra i più NOIOSI di tutto il registro ampelografico. Eppure i cabernet franc della Loira sono tra i vini più INTRIGANTI del mondo vinicolo.
Tanto hanno una coreografia aromatica scontata i franc mediocri, quanto VOLTEGGIANO INEFFABILMENTE FRA LA TERRA ED IL CIELO I MIGLIORI. Sono tre gli areali che partendo dalla periferia ovest di ANGERS arrivano a VALENCAY, occupando i duecento chilometri in cui il "breton" - come lo chiamano da quelle parti - raggiunge livelli eccelsi:
L'ANJOU, che utilizza spesso il vitigno in taglio e che può sfoderare anche stuzzicanti versioni gastronomiche; Il SAUMUROIS, al cui interno si cela l'appellazione che negli ultimi anni ha catalizzato l’attenzione dei degustatori più pretenziosi, e cioè SAUMUR-CHAMPIGNY; la TOURAINE che, se con CHINON - il Village di più antica fama - può produrre stoffe di seta imperiale, con BOURGUEIL e SAINT-NICHOLAS-DE-BOURGUEIL ci regala le versioni più aeree e dissetanti.
Tutte le bottiglie buone di queste zone NOBILITANO IL VENTAGLIO AROMATICO DEL VERDE VEGETALE di questo vitigno e lo emancipano dalla prepotenza del peperone. MA LA METAMORFOSI PIÙ EMOZIONANTE È COMPIUTA DAL TANNINO, che vira, in tempi diversi a seconda delle zone di origine, da PUGNACE a MORDACE a FLESSUOSO. Il suo tocco può divenire financo VAPOROSO, tanto che è ormai abusata la similitudine di Michel Bettane tra un vecchio CLOS ROUGEARD (AOC Saumur-Champigny) ed il MUSIGNY.
Il cabernet franc presenta un grappolo abbastanza compatto, di medie dimensioni, con acini mediamente piccoli e dalla buccia piuttosto spessa. Sovente ha due ipotesi di alette spargole, ma è generalmente piramidale. Ha un germogliamento mediano (primi di aprile) ed una MATURAZIONE MEDIO TARDIVA (prima decade di ottobre); non teme il gelo invernale ed oltre al calcare ama sabbia e limo. Superficialmente ASSOMIGLIA AL SUO PADRE CABERNET SAUVIGNON MA DISPONE DI TUTTE LE SOSTANZE IN QUANTITÀ MINORE: meno tannino, meno antociani, meno polifenoli, meno zuccheri, meno acidità, pH più basso. Questo CORPO SNELLO porta il franc, come accade frequentemente per le uve con più flebile densità polposa, ad ECCELLERE IN CLIMI PIÙ FREDDI rispetto al cabernet sauvignon, e lo condanna con buona probabilità a vini molli e caricaturali nelle regioni e nelle stagioni più calde.
Ma nella annata giusta, nel suolo giusto, col manico giusto, il franc vola. TI SCORRE LUNGO IL CAVO ORALE SENZA SFORZO, SENZA PENSIERI, E TI RITROVI A BERNE COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI.
PICCOLO REPERTORIO DI BEVUTE RECENTI E NOTEVOLI
ENFANT TERRIBLE Anjou 2014 Clos de Treilles; Sainte Radegonde (Anjou)
Prototipo di BRETON NOUVELLE VAGUE. Gestione agronomica laissez faire, quota di grappolo intero, legni di affinamento tendenzialmente neutri. Superata la fragranza ruffiana e omologante di KREN e PROPOLI, i vini che hanno frazioni o totalità della massa vinificata preservando il grappolo intero (o per meglio dire l’acino intero) acquisiscono sovente una MAGGIORE COMPLESSITÀ DINAMICA: il vino si muove in bocca con minor sviluppo narrativo, tradizionalmente lineare, meno definizione aromatica/gustativa, ma MOLTA PIÙ ENERGIA IRRISOLTA, ENTROPICA e perciò TREMENDAMENTE VITALE. In principio lampone e cassis schiacciano qualsiasi altra ambizione espressiva, ma lo fanno sostenuti da una SUCCULENZA CORROBORANTE.
Altra notazione interessante è che nonostante il bouquet sia un po' naïf e sia timbrato talvolta dal “brett”, FOGGIA E TRAMA TANNICHE SONO MOLTO RAFFINATE E FAVORISCONO UN EPILOGO DI GRAN CLASSE.
COTEAUX DE NOIRÉ Chinon 2015 Philippe Alliet; Chinon (Touraine)
CHINON ERA il villaggio del ROSSO PIÙ PRESTIGIOSO della Loira. Perché RABELAIS essendovi nato ne decantava le qualità e perché la nobiltà della corte francese frequentava, nella stagione calda, i castelli posti lungo il corso della Loira bevendo gli CHENIN MOLLEAUX della riva destra, i BRETON di CHINON ed i PINOT NERO di SANCERRE.
Si possono riscontrare almeno tre tipologie di suoli attorno a Chinon, ma sostanzialmente si può parlare di matrice argilloso-calcarea su madre tufacea con inclusioni variabili di ciottoli e/o di limo.
Il CLIMA a Chinon è MITE e, infatti, non è una sorpresa la vista delle palme. Chinon esibisce, nelle sue versioni migliori, un TANNINO SETOSO, e ALLIET ne confeziona uno persino ricamato. FRUTTO SCURO, MATURO seppur ancora tosto, integrato da una VIOLETTA FRAGRANTE. In bocca la mole da mediomassimo si flette agile come un peso leggero. Il SAPORE si espande piuttosto rapidamente e declina POCHI TERMINI CON GRANDE ARMONIA fino a che la spinta tannica non si sopisce con grande eleganza.
LE BOURG Saumur Champigny 2009 Clos Rougeard; Chacé (Saumurois)
I fratelli Foucault potevano vantare decenni di conduzione agronomica lungimirante, parcelle con esposizioni favorevoli, suoli differenti e grande attenzione in cantina. Per conseguenza di tutto ciò noi clienti abbiamo goduto di bottiglie mai meno che buonissime. LA MIA PREDILEZIONE PER LA FRESCHEZZA DEL POYEUX, NON HA MAI SMINUITO LA MAGNIFICENZA DEL “LE BOURG”, CHE QUANDO RAGGIUNGE QUESTI LIVELLI È DI UNA BELLEZZA ABBACINANTE. AMPIO, PROFONDO, COMPLESSO, condensa attributi raramente conviventi nello stesso liquido. CARNOSO, seppur capace di cesellare FILIGRANE POLIFENOLICHE DI FINEZZA CELESTIALE, ha una STRAORDINARIA ARTICOLAZIONE SAPIDA. Contro ogni consuetudine di progressione gustativa, principiano le SFUMATURE PIÙ CALDE della frutta, ma poi maturità e croccantezza si ricompongono all'interno di un sorso fresco fino all'ultima stilla. Elencare i descrittori vari, siano questi more o lamponi o liquirizie alla viola è anatomia, LA GODURIA DI QUESTO VINO È TUTTA SPOSTATA SUL PIANO TATTILE. Ed è assoluta.
FRANC DE PIED Saumur Champigny 2017 Domaine des Roches Neuves; Varrains (Saumurois)
Vigneron di riferimento per la nouvelle vague ligérien, THIERRY GERMAIN gestisce le vigne IN BIODINAMICA e cura ogni passaggio con grande attenzione. Per il mio personale gusto qualche volta pure troppo (leggasi pettinatura).
I suoi vini hanno TANNINI COMPIUTI DALLA FOGGIA STONDATA, INTELAIATI IN TRAME FITTE ED OMOGENEE. La componente fruttata danza tra la MATURITÀ del FRUTTO ed il FULGORE ADOLESCENZIALE DEI SUOLI SORVEGLIATI CON AMORE. Penso ci sia sempre un quid plus di freschezza nelle migliori e lunghe gestioni agronomiche BIODINAMICHE o comunque naturali. A maggior ragione si evidenzia in raccolte più TARDIVE rispetto ai vicini.
Ma il Franc de Pied è senz'altro quello che esprime maggiormente, rispetto all’egemonia del fruttato, descrittori FLOREALI, VEGETALI e SPEZIATI. E ne scandisce parsimoniosamente le impressioni odorose, lungo un tempo di inconsueta persistenza.
VIEILLES VIGNES Chinon 2015 Patrick Lambert; Cravant les Couteaux (Touraine)
L'anima di un tempo (andato) non poteva che essere un vino di un viticoltore come Patrick Lambert. Lo guardi e Paolo Conte ti suona in testa "con quella faccia un po' così... quella espressione un po' così" ... ed aggiungo io "con quelle mani un po' così" ...che raccontano un uomo che lavora la terra e che si trova un po' a disagio nel momento commerciale. Ma rispetto a "L'Ȃme d'Antan" preferisco il suo "Vieilles Vignes" perché è già così meravigliosamente disponibile quando esce. ED È TUTTO UN EQUILIBRIO SUL "NON DETTO". UN VINO FIGLIO DI UNA EDUCAZIONE DI STAMPO CLASSICO CHE ESALTA DISCREZIONE E MISURA. FRUTTO PIÙ INTROVERSO, MENO CIARLIERO, LEGNO DI AFFINAMENTO INTEGRATO E SILENZIOSO, TANNINI GENTILI ALL'ESORDIO MA PRESENTI FINO AL COMMIATO. E poi freschezza succulenta e quella mineralità che non manca mai alle piante vecchie e che conferisce sempre quel fascino ulteriore.
LA FOLIE Saumur Champigny 2017 Chateaux Yvonne; Parnay (Saumurois)
Vino quotidiano dalla POTABILITÀ PERICOLOSA. Ammantato di reminiscenze floreali e soprattutto vegetali. Al naso il cuore è UN CENTRIFUGATO di MORE, MIRTILLI e LAMPONE. Il TANNINO incede SOTTILE e FLESSUOSO, PRIVILEGIANDO PROFONDITÀ SU AMPIEZZA. La freschezza è rimarchevole e vivifica il sapore semplice e gioioso. In progresso costante sono la qualità dell'uva e la gestione dei contenitori l'affinamento.
CLOS DU NOYER Chinon 2018 Domaine Grosbois; Panzoult (Touraine)
Vini in costante crescita anche per Nicolas Grosbois. La sua repulsa verso i legni piccoli, maturata lavorando in giro per l'emisfero meridionale, probabilmente lo ha aiutato ad avere vini più approcciabili in un annata come la 2018, che al momento si è rivelata POCO "LIGÉRIEN" per ammissione di tanti vigneron.
A Panzoult ci sono più sabbie gialle e quarzi, quindi meno argilla. Di conseguenza i TANNINI sono PIÙ MANSUETI. Questo è il vino più VERTICALE di una produzione che si distingue per la maturità del frutto e la pulizia della mano in cantina.
Per quanto sia teso e persistente, il suo TOCCO È SERICO, INFATTI IL SUO ORDITO È FITTO E BRILLANTE senza perdere di MORBIDEZZA.
Non è un vino austero perché il sapore del breton c'è tutto, ma certamente la sua attrattiva maggiore sta nella qualità delle componenti tattili (leggasi tannini, acidità, alcoli e polialcoli). La sua LEGGEREZZA e la sua TENEREZZA POSSONO VINCERE QUALSIASI RESIDUA RITROSIA ed indurti a seccare rapidamente la bottiglia.
Tanto hanno una coreografia aromatica scontata i franc mediocri, quanto VOLTEGGIANO INEFFABILMENTE FRA LA TERRA ED IL CIELO I MIGLIORI. Sono tre gli areali che partendo dalla periferia ovest di ANGERS arrivano a VALENCAY, occupando i duecento chilometri in cui il "breton" - come lo chiamano da quelle parti - raggiunge livelli eccelsi:
L'ANJOU, che utilizza spesso il vitigno in taglio e che può sfoderare anche stuzzicanti versioni gastronomiche; Il SAUMUROIS, al cui interno si cela l'appellazione che negli ultimi anni ha catalizzato l’attenzione dei degustatori più pretenziosi, e cioè SAUMUR-CHAMPIGNY; la TOURAINE che, se con CHINON - il Village di più antica fama - può produrre stoffe di seta imperiale, con BOURGUEIL e SAINT-NICHOLAS-DE-BOURGUEIL ci regala le versioni più aeree e dissetanti.
Tutte le bottiglie buone di queste zone NOBILITANO IL VENTAGLIO AROMATICO DEL VERDE VEGETALE di questo vitigno e lo emancipano dalla prepotenza del peperone. MA LA METAMORFOSI PIÙ EMOZIONANTE È COMPIUTA DAL TANNINO, che vira, in tempi diversi a seconda delle zone di origine, da PUGNACE a MORDACE a FLESSUOSO. Il suo tocco può divenire financo VAPOROSO, tanto che è ormai abusata la similitudine di Michel Bettane tra un vecchio CLOS ROUGEARD (AOC Saumur-Champigny) ed il MUSIGNY.
Il cabernet franc presenta un grappolo abbastanza compatto, di medie dimensioni, con acini mediamente piccoli e dalla buccia piuttosto spessa. Sovente ha due ipotesi di alette spargole, ma è generalmente piramidale. Ha un germogliamento mediano (primi di aprile) ed una MATURAZIONE MEDIO TARDIVA (prima decade di ottobre); non teme il gelo invernale ed oltre al calcare ama sabbia e limo. Superficialmente ASSOMIGLIA AL SUO PADRE CABERNET SAUVIGNON MA DISPONE DI TUTTE LE SOSTANZE IN QUANTITÀ MINORE: meno tannino, meno antociani, meno polifenoli, meno zuccheri, meno acidità, pH più basso. Questo CORPO SNELLO porta il franc, come accade frequentemente per le uve con più flebile densità polposa, ad ECCELLERE IN CLIMI PIÙ FREDDI rispetto al cabernet sauvignon, e lo condanna con buona probabilità a vini molli e caricaturali nelle regioni e nelle stagioni più calde.
Ma nella annata giusta, nel suolo giusto, col manico giusto, il franc vola. TI SCORRE LUNGO IL CAVO ORALE SENZA SFORZO, SENZA PENSIERI, E TI RITROVI A BERNE COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI.
PICCOLO REPERTORIO DI BEVUTE RECENTI E NOTEVOLI
ENFANT TERRIBLE Anjou 2014 Clos de Treilles; Sainte Radegonde (Anjou)
Prototipo di BRETON NOUVELLE VAGUE. Gestione agronomica laissez faire, quota di grappolo intero, legni di affinamento tendenzialmente neutri. Superata la fragranza ruffiana e omologante di KREN e PROPOLI, i vini che hanno frazioni o totalità della massa vinificata preservando il grappolo intero (o per meglio dire l’acino intero) acquisiscono sovente una MAGGIORE COMPLESSITÀ DINAMICA: il vino si muove in bocca con minor sviluppo narrativo, tradizionalmente lineare, meno definizione aromatica/gustativa, ma MOLTA PIÙ ENERGIA IRRISOLTA, ENTROPICA e perciò TREMENDAMENTE VITALE. In principio lampone e cassis schiacciano qualsiasi altra ambizione espressiva, ma lo fanno sostenuti da una SUCCULENZA CORROBORANTE.
Altra notazione interessante è che nonostante il bouquet sia un po' naïf e sia timbrato talvolta dal “brett”, FOGGIA E TRAMA TANNICHE SONO MOLTO RAFFINATE E FAVORISCONO UN EPILOGO DI GRAN CLASSE.
COTEAUX DE NOIRÉ Chinon 2015 Philippe Alliet; Chinon (Touraine)
CHINON ERA il villaggio del ROSSO PIÙ PRESTIGIOSO della Loira. Perché RABELAIS essendovi nato ne decantava le qualità e perché la nobiltà della corte francese frequentava, nella stagione calda, i castelli posti lungo il corso della Loira bevendo gli CHENIN MOLLEAUX della riva destra, i BRETON di CHINON ed i PINOT NERO di SANCERRE.
Si possono riscontrare almeno tre tipologie di suoli attorno a Chinon, ma sostanzialmente si può parlare di matrice argilloso-calcarea su madre tufacea con inclusioni variabili di ciottoli e/o di limo.
Il CLIMA a Chinon è MITE e, infatti, non è una sorpresa la vista delle palme. Chinon esibisce, nelle sue versioni migliori, un TANNINO SETOSO, e ALLIET ne confeziona uno persino ricamato. FRUTTO SCURO, MATURO seppur ancora tosto, integrato da una VIOLETTA FRAGRANTE. In bocca la mole da mediomassimo si flette agile come un peso leggero. Il SAPORE si espande piuttosto rapidamente e declina POCHI TERMINI CON GRANDE ARMONIA fino a che la spinta tannica non si sopisce con grande eleganza.
LE BOURG Saumur Champigny 2009 Clos Rougeard; Chacé (Saumurois)
I fratelli Foucault potevano vantare decenni di conduzione agronomica lungimirante, parcelle con esposizioni favorevoli, suoli differenti e grande attenzione in cantina. Per conseguenza di tutto ciò noi clienti abbiamo goduto di bottiglie mai meno che buonissime. LA MIA PREDILEZIONE PER LA FRESCHEZZA DEL POYEUX, NON HA MAI SMINUITO LA MAGNIFICENZA DEL “LE BOURG”, CHE QUANDO RAGGIUNGE QUESTI LIVELLI È DI UNA BELLEZZA ABBACINANTE. AMPIO, PROFONDO, COMPLESSO, condensa attributi raramente conviventi nello stesso liquido. CARNOSO, seppur capace di cesellare FILIGRANE POLIFENOLICHE DI FINEZZA CELESTIALE, ha una STRAORDINARIA ARTICOLAZIONE SAPIDA. Contro ogni consuetudine di progressione gustativa, principiano le SFUMATURE PIÙ CALDE della frutta, ma poi maturità e croccantezza si ricompongono all'interno di un sorso fresco fino all'ultima stilla. Elencare i descrittori vari, siano questi more o lamponi o liquirizie alla viola è anatomia, LA GODURIA DI QUESTO VINO È TUTTA SPOSTATA SUL PIANO TATTILE. Ed è assoluta.
FRANC DE PIED Saumur Champigny 2017 Domaine des Roches Neuves; Varrains (Saumurois)
Vigneron di riferimento per la nouvelle vague ligérien, THIERRY GERMAIN gestisce le vigne IN BIODINAMICA e cura ogni passaggio con grande attenzione. Per il mio personale gusto qualche volta pure troppo (leggasi pettinatura).
I suoi vini hanno TANNINI COMPIUTI DALLA FOGGIA STONDATA, INTELAIATI IN TRAME FITTE ED OMOGENEE. La componente fruttata danza tra la MATURITÀ del FRUTTO ed il FULGORE ADOLESCENZIALE DEI SUOLI SORVEGLIATI CON AMORE. Penso ci sia sempre un quid plus di freschezza nelle migliori e lunghe gestioni agronomiche BIODINAMICHE o comunque naturali. A maggior ragione si evidenzia in raccolte più TARDIVE rispetto ai vicini.
Ma il Franc de Pied è senz'altro quello che esprime maggiormente, rispetto all’egemonia del fruttato, descrittori FLOREALI, VEGETALI e SPEZIATI. E ne scandisce parsimoniosamente le impressioni odorose, lungo un tempo di inconsueta persistenza.
VIEILLES VIGNES Chinon 2015 Patrick Lambert; Cravant les Couteaux (Touraine)
L'anima di un tempo (andato) non poteva che essere un vino di un viticoltore come Patrick Lambert. Lo guardi e Paolo Conte ti suona in testa "con quella faccia un po' così... quella espressione un po' così" ... ed aggiungo io "con quelle mani un po' così" ...che raccontano un uomo che lavora la terra e che si trova un po' a disagio nel momento commerciale. Ma rispetto a "L'Ȃme d'Antan" preferisco il suo "Vieilles Vignes" perché è già così meravigliosamente disponibile quando esce. ED È TUTTO UN EQUILIBRIO SUL "NON DETTO". UN VINO FIGLIO DI UNA EDUCAZIONE DI STAMPO CLASSICO CHE ESALTA DISCREZIONE E MISURA. FRUTTO PIÙ INTROVERSO, MENO CIARLIERO, LEGNO DI AFFINAMENTO INTEGRATO E SILENZIOSO, TANNINI GENTILI ALL'ESORDIO MA PRESENTI FINO AL COMMIATO. E poi freschezza succulenta e quella mineralità che non manca mai alle piante vecchie e che conferisce sempre quel fascino ulteriore.
LA FOLIE Saumur Champigny 2017 Chateaux Yvonne; Parnay (Saumurois)
Vino quotidiano dalla POTABILITÀ PERICOLOSA. Ammantato di reminiscenze floreali e soprattutto vegetali. Al naso il cuore è UN CENTRIFUGATO di MORE, MIRTILLI e LAMPONE. Il TANNINO incede SOTTILE e FLESSUOSO, PRIVILEGIANDO PROFONDITÀ SU AMPIEZZA. La freschezza è rimarchevole e vivifica il sapore semplice e gioioso. In progresso costante sono la qualità dell'uva e la gestione dei contenitori l'affinamento.
CLOS DU NOYER Chinon 2018 Domaine Grosbois; Panzoult (Touraine)
Vini in costante crescita anche per Nicolas Grosbois. La sua repulsa verso i legni piccoli, maturata lavorando in giro per l'emisfero meridionale, probabilmente lo ha aiutato ad avere vini più approcciabili in un annata come la 2018, che al momento si è rivelata POCO "LIGÉRIEN" per ammissione di tanti vigneron.
A Panzoult ci sono più sabbie gialle e quarzi, quindi meno argilla. Di conseguenza i TANNINI sono PIÙ MANSUETI. Questo è il vino più VERTICALE di una produzione che si distingue per la maturità del frutto e la pulizia della mano in cantina.
Per quanto sia teso e persistente, il suo TOCCO È SERICO, INFATTI IL SUO ORDITO È FITTO E BRILLANTE senza perdere di MORBIDEZZA.
Non è un vino austero perché il sapore del breton c'è tutto, ma certamente la sua attrattiva maggiore sta nella qualità delle componenti tattili (leggasi tannini, acidità, alcoli e polialcoli). La sua LEGGEREZZA e la sua TENEREZZA POSSONO VINCERE QUALSIASI RESIDUA RITROSIA ed indurti a seccare rapidamente la bottiglia.