CHARDONNAY E CÔTE D’OR, UNA SOVRANITÀ DESTINATA ALLA REGGENZA

CHARDONNAY E CÔTE D’OR, UNA SOVRANITÀ DESTINATA ALLA REGGENZA
E il vino? Cosa c’entra il vino? Oh, se c’entra! Il Vino è come la poesia, che si gusta meglio, e che si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere, il carattere del poeta, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo. La nobiltà del vino è proprio questa: che non è mai un oggetto staccato e astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere, o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati.

Così, Mario Soldati, nel suo “primo viaggio” dell’autunno 1968. Un invito a essere persuasi dalla curiosità di scoprire, osservare, viaggiare. Perché senza la curiosità e l’immaginazione si spalancano le porte all’accidia, si corre il rischio dell’apatia, di ridurre tutto a un calice mezzo pieno o mezzo vuoto, di omologare territori e persino terroir. Un rischio, quello dell’omologazione, che con lo chardonnay, varietà pressoché ubiquitaria, diventa quanto mai elevato.

Eppure lo chardonnay non fa eccezione alle altre nobili varietà del pianeta: la sua versatilità non ne limita la plasticità o la capacità di leggere in modo scrupoloso e severo il territorio di provenienza, piuttosto moltiplica e democratizza gli scenari possibili, a patto che l’ambizione del vignaiolo ne contenga la congenita generosità produttiva. E’ il vitigno a designare la naturale gerarchia dei luoghi in cui esso viene coltivato e, tra le possibili opzioni, la Borgogna - il luogo da cui lo chardonnay con ogni probabilità trae nome e natali – ne è certamente la patria elettiva.

Quella dello chardonnay di Borgogna è la storia di una sovranità che, seppur destinata alla reggenza dal blasone del pinot nero, ci permette di conoscere metro per metro il ventre viticolo di Francia, suffragando l’opera di certosina mappatura eseguita dai monaci benedettini a partire dal VI secolo. Una lettura che i vini a base di Chardonnay svolgono, nei primi anni di vita, persino meglio rispetto al Pinot Nero e alla sua iniziale esuberanza aromatica.

Presente in tutti i continenti in cui cresce la vite (solo l’Antartide è escluso), lo chardonnay compare in oltre trenta Paesi (35) del pianeta, per una superficie totale di 198.793 ettari vitati. E’ il quinto vitigno più diffuso, dietro a cabernet sauvignon (290.091), merlot (267.169), Airen (252.364) e Tempranillo (232.561) e subito davanti al syrah (185.568). I Paesi in cui è maggiormente coltivato sono i seguenti (ha): Francia 44.593, Usa 40.846, Australia 27.773, Italia 19.709 (di cui circa 11.353 rivendicati da denominazioni di origine), Chile 13.082, Sud Africa 8.278, Spagna 6.958, Argentina 6.473.*

La pianta dello chardonnay produce un grappolo compatto di medie dimensioni, costituito da un acino piccolo e sferoidale. In Borgogna il delta termico contribuisce a dilatare il ciclo vegetativo di quello che si presenta come un vitigno mediamente precoce, non tanto nel germogliamento, previsto nella terza decade di marzo (esattamente come in Italia), quanto nella maturazione, normalmente raggiunta nella prima decade di settembre. L’elevata esposizione al rischio di gelate primaverili è in parte compensata da una buona resistenza agli agenti patogeni più comuni. E’ esposto alla flavescenza dorata e alla muffa.

La grandezza dello chardonnay di Borgogna risiede nella capacità di offrire vini complessi ed eleganti, dotati di una palette olfattiva che si integra naturalmente alle sensazioni offerte dalla tradizionale vinificazione nelle pièces borgognone (botti di rovere da 228 litri). Un naso dinamico e in continua evoluzione, in grado di interpretare tramite le sfumature minerali la composizione del terreno in cui crescono le sue uve. La bocca è strutturata e polputa, con acidità raramente deficitaria a compensazione di quote alcoliche e gliceriche mai invasive. Un sorso più vigoroso rispetto a quello più femmineo del pinot nero, al quale si sovrappone nella componente salina, un elemento che rende inconfondibile l’olfatto e inarrivabile il sorso per tutti, o quasi, gli Chardonnay che nascono in altri luoghi.

Il merito di questo primato spetta alla Côte de Beaune, il distretto meridionale della Côte d’Or, in cui lo chardonnay approfitta di un’aneddotica sul pinot nero meno incisiva e sulla convinzione, condivisa da più parti, che a sud di Volnay il pinot nero abdichi in favore della bacca bianca. In questo senso la “collina di Corton”, con i suoi tre Grand Cru (Corton, il più vasto della Cote d’Or, Corton-Charlemagne e l’invisibile Charlemagne) inaugura la reggenza dello Chardonnay, che si manifesta in tutto il suo ardore nei mitologici e contigui comuni di Meursault, Puligny-Montrachet e Chassagne-Montrachet. A questi due nuclei produttivi si affianca di diritto l’enclave di Chablis, un’isola vitivinicola storicamente e legalmente acclusa alla Borgogna nonostante i suoi vigneti siano in linea d’aria più vicini all’area meridionale della Champagne (Aube), piuttosto che al resto della Borgogna.

Di seguito trovate alcuni appunti istintivi e "non editati" relativi ai vini assaggiati in occasione della degustazione "CHARDONNAY E CÔTE D’OR, UNA SOVRANITÀ DESTINATA ALLA REGGENZA", svoltasi all'Enoteca Burioli di Budrio di Longiano (FC) il 07.09.2017.

Per un ulteriore approfondimento su Chablis e sulla genetica degli Chardonnay che nascono nei diversi poli produttivi vi invitiamo a cliccare qui.

 (*) DATI RICAVATI DA “Wine Economics Research Centre School of Economics University of Adelaide, South Australia” e Istat 2010.

 
88/100

CHASSAGNE MONTRACHET 1ER CRU LA MALTROIE 2014 HEITZ-LOCHARDET

Di Heitz-Lochardet ne sentiremo parlare sempre con maggiore frequenza. Il mosaico di vigne di proprietà è destinato a crescere anche se già di eccellente livello. Stile classico e mano delicata sia sul fronte dei bianchi, sia su quello dei rossi. La Maltroie dimostra anche una notevole capacità di lettura dei singoli lieux-dits. E' uno Chassagne floreale (tanta peonia), accogliente ma non ruffiano. Al palato ha ingresso glicerico, soffice e di buona precisione. Lo sviluppo convince per spinta salina e sapore. IMPORTATO IN ITALIA DA deGUSTATE.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: HEITZ-LOCHARDET
DENOMINAZIONE: CHASSAGNE-MONTRACHET 1ER CRU
NOME: LA MALTROIE
ANNO: 2014
86/100

CHASSAGNE MONTRACHET 1ER CRU LA BUDRIOTTE 2015 BLAIN GAGNARD

Rovere generoso. Naso segnato da tratti caldi e discreti. L'ingresso al palato sottolinea la dolcezza dell'approccio; lo sviluppo è largo e allineato a un millesimo avaro di tensioni. Nessuna sorpresa per un cru più "dolce" e morbido, con una spinta salina contenuta. IMPORTATO DA deGUSTATE.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: BLAIN-GAGNARD
DENOMINAZIONE: CHASSAGNE-MONTRACHET 1ER CRU
NOME: LA BUDRIOTTE
ANNO: 2015
89/100

PULIGNY MONTRACHET 1ER CRU LES CHAMPS CANET 2013 JACQUES CARILLON

Jacques Carillon è tra i grandi bianchisti di Borgogna. Senza ombra di dubbio. Un punto di riferimento per tutti coloro che amano l'essenzialità. Quello nel calice è un vino cristallino, con il rovere integrato alla perfezione. Si apre lentamente liberando una profonda mineralità rocciosa, note di sale marino, molluschi e fiori bianchi. Il sorso è definito da un disegno verticale e rigoroso. Beva incessante.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: JACQUES CARILLON
DENOMINAZIONE: PULIGNY-MONTRACHET 1ER CRU
NOME: LES CHAMPS CANET
ANNO: 2013
90/100

PULIGNY MONTRACHET 1ER CRU LES PERRIÈRES 2013 JACQUES CARILLON

A differenza di tutti i Perrières che si incontrano a spasso per la Côte d'Or, quello di Puligny-Montrachet mostra un supporto glicerico inconsueto. Rimane tuttavia condiviso il carattere austero, ma non a tal punto da mitigare un quadro olfattivo esplicitamente minerale, con un contorno di petali gialli carnosi e note marine. L'ingresso al palato mostra un'acidità più grassa rispetto a quella de Les Champs Canet. Sviluppo che palesa una struttura solida e un saldo aggiuntivo di sapore. A bottiglia aperta cresce in modo incessante. 
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: JACQUES CARILLON
DENOMINAZIONE: PULIGNY-MONTRACHET 1ER CRU
NOME: LES PERRIÈRES
ANNO: 2013
90/100

MEURSAULT 1ER CRU LES GENEVRIÈRES 2014 REMÌ JOBARD

Nel comune di Meursault mancano all'appello due Grand Cru: Les Perrières e Les Genevrières. Se il primo lo si dovrebbe trovare nel dizionario sotto la voce "mineralità", il secondo è l'elogio dell'armonia e della stratificazione a cui può ambire uno Chardonnay di Borgogna. Nella rivoluzionaria interpretazione di Remì Jobard - che ha abbandonato le tradizionali pièces borogognone in favore di legni di grandi dimensioni - il vino si esprime con note di canfora, melissa, lime, mentuccia, anice e un mare di petali bianchi. La bocca esordisce con un ingresso disteso, sostanzioso eppure agile, in un armonico equilibrio in cui spiccano sul finale di bocca le note saline. Una positiva interpretazione di una grande vigna. IMPORTATO DA deGUSTATE
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: REMì JOBARD
DENOMINAZIONE: MEURSAULT 1ER CRU
NOME: LES GENEVRIÈRES
ANNO: 2014
88/100

MEURSAULT LES CHEVALIÈRES 2013 JEAN-PHILIPPE FICHET

Il rammarico è che il bravo Jean-Philippe non si possa cimentare (almeno per il momento) nella vinificazione di vigne con un rango superiore. Le parcelle village vinificate esprimono una mano più che felice. Quella che generalmente spicca è il Les Chevalières, che nella versione nel calice svela un quadro olfattivo intenso, un tocco di guanciale scottato, sale rosa, frutta agrumata matura e una coltre mentolata. La bocca è forse più avvolgente che coinvolgente. E' un vino dal sorso pieno che progressivamente si distende evidenziando un deciso allungo salino. Buono il sapore. La bottiglia sembra lievemente evoluta. 
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: JEAN-PHILIPPE FICHET
DENOMINAZIONE: MEURSAULT
NOME: LES CHEVALIÈRES
ANNO: 2013
87/100

CHABLIS GRAND CRU VALMUR 2014 J.P. & B. DROIN

Tra i sette climat dell'AOC Chablis Grand Cru, Valmur è probabilmente quello che più di tutti concentra il proprio focus al palato. E infatti......naso non molto espressivo, con aromi ovattati di iodio e buccia di limone. Piccola pungenza alcolica. La bocca è materica, piena, con una buona tensione acido-sapida e un discreto sapore a supporto. Chiude con note agrumate e una sensazione di calore. IMPORTATO DA BALAN 
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: J.P. & B. DROIN
DENOMINAZIONE: CHABLIS GRAND CRU
NOME: VALMUR
ANNO: 2014
88 + /100

CHABLIS GRAND CRU GRENOUILLE 2014 J.P. & B. DROIN

Grenouilles, letteralmente le rane, presenta due orografie distinte: un pendio ripido che sovrasta la strada dipartimentale, dove nascono vini più sottili e minerali, e un piccolo spiazzo nella parte superiore in cui aumenta lo strato di terra vegetale e da cui si ottengono vini più caldi e potenti. Le viti del domaine J.P. & B. Droin si trovano in questa seconda porzione di vigneto. La versione nel calice offre note marine e speziate di cumino e liquirizia, a cui si affiancano con il passare dei minuti sensazioni di fiori carnosi e una nota di olio scaldato che rende meno limpido il quadro olfattivo. La bocca mostra una materia ricca, ma anche un pregevole slancio verticale e salino. IMPORTATO DA ENOTECA RONCHI.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: J.P. & B. DROIN
DENOMINAZIONE: CHABLIS GRAND CRU
NOME: GRENOUILLE
ANNO: 2014
91/100

CHABLIS GRAND CRU BLANCHOT 2014 J.P. & B. DROIN

Blanchot costituisce l’estremità orientale della valle dei Grand Cru. E’ il climat più ventilato e fresco, il primo che si priva del sole pomeridiano. Per queste uve Benoit Droin ha scelto una vinificazione esclusivamente in acciaio.
Un naso algido, austero, segnato da note agrumate, di conchiglia fossile e da una mineralità cretosa spiccata. Un quadro magnetico, elegante e dettagliato. Al palato mostra un'acidità elettrica e salata, supportata da una materia glicerica che rende più confortevole uno sviluppo teso e verticale. Notevole il sapore. Si allunga in un finale estremamente salato. IMPORTATO DA ENOTECA ROCHI.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: J.P. & B. DROIN
DENOMINAZIONE: CHABLIS GRAND CRU
NOME: BLANCHOT
ANNO: 2014
93/100

CHABLIS GRAND CRU VAUDÉSIR 2014 J.P. & B. DROIN

Se c'è un climat che può insidiare la leadership qualitativa del Les Clos questo è proprio Vaudésir. Il 2014 di Benoit Droin è un vino dal valore assoluto. Un naso arioso e dinamico, rinfrescante, che esprime note minerali rocciose e una notevole spinta agrumata/marina. Con l'aria si liberano note più articolate e complesse di fiori bianchi, frutti mediterranei e crostacei. Il "disegno" del palato è quanto di meglio ci si possa aspettare da Chablis: tensione verticale e coinvolgenza glicerica foderata di un sapore incessante che riporta al mare e agli scogli. Un sorso di sale e agrumi maturi. Un vino di grande dettaglio e impeccabile precisione stilistica. Coup de coeur! IMPORTATO DA ENOTECA RONCHI.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: J.P. & B. DROIN
DENOMINAZIONE: CHABLIS GRAND CRU
NOME: VAUDÉSIR
ANNO: 2014
92/100

CHABLIS GRAND CRU LES CLOS 2014 J.P. & B. DROIN

Les Clos, riconosciuta all’unanimità come la migliore vigna Grand Cru di Chablis, è anche la più vasta e la prima che ha accolto la viticoltura. Per queste uve Benoit Droin sceglie mediamente un saldo aggiuntivo di legno che contribuisce a rendere più accogliente un quadro olfattivo spesso espressivo e articolato già in fase giovanile. Canfora, liquirizia, agrumi maturi, crostacei, petali multicolore e note minerali (iodate) compongono un quadro olfattivo solare e non privo di toni "dorati". La bocca ha un ingresso preciso, avvolgente eppure slanciato. Lo sviluppo è materico e saporito, con una tensione che non lascia mai mancare il proprio contributo. Un Les Clos meno cristallino del 2010 e meno esuberante del 2013, ma sempre di altissimo livello. IMPORTATO DA BALAN.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: J.P. & B. DROIN
DENOMINAZIONE: CHABLIS GRAND CRU
NOME: LES CLOS
ANNO: 2014
89/100

CORTON-CHARLEMAGNE GC 2015 ROLLIN PÈRE ET FILS

La famiglia Rollin ha sede a Pernand-Vergelesses, dove si cimenta egregiamente sia sul fronte dei bianchi, sia su quello dei rossi. Il loro Corton-Charlemagne proviene da una porzione su Aloxe-Corton, a mezza collina (piantata nel 1976), e da una porzione su Pernand-Vergelesses, in cima alla collina (piantata nel 1948), ma soprattutto rappresenta una bevuta affidabile. Naso dal timbro piacevomente mediterraneo, in cui si evidenziano note di "Pink Lady", mimosa, mandorla fresca e agrumi canditi. La gestione del legno è saggia. La bocca mostra un ingresso calibrato, con un'acidità saporita che trascina sviluppo e allungo. Rallenta sul finale di bocca quando il calore e la dolcezza del millesimo di provenienza alzano la testa. IMPORTATO DA deGUSTATE.
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: ROLLIN PÈRE ET FILS
DENOMINAZIONE: CORTON-CHARLEMAGNE GC
ANNO: 2015
93/100

BATARD-MONTRACHET GC 2014 BACHELET-RAMONET

Un vino in fase giovanile, che svela un potenziale evolutivo notevole. Il quadro olfattivo trasmette sensazioni di fragranza e freschezza, con una felicissima gestione del rovere. Nessuna nota "dorata", ma piuttosto percezioni di mela scottata nel vino, mineralità marina, agrumi freschi e petali bianchi. La bocca è notevole. Ingresso teso e coinvolgente, con materia calibrata a una struttura verticale e tesa. Sapore di grande intensità e chiusura salina. Un Batard-Montrachet vitale ed elegante, che crescerà ulteriormente nel tempo. 
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: BACHELET-RAMONET
DENOMINAZIONE: BATARD-MONTRACHET GC
ANNO: 2014
94/100

BATARD-MONTRACHET GC 2004 LEFLAIVE

Complice l'annata interlocutoria per i bianchi della Cote d'Or (disastrosa sul fronte dei rossi!) il vino si presenta al culmine della sua maturazione. Il colore è intenso e luminoso. Il naso esce con forza dal calice, rivelando note dorate e accoglienti che ricordano lo zucchero a velo, la mimosa, i petali gialli carnosi, il burro salato caramellizzato e le conchiglie. La bocca ha ingresso deciso, avvolgente e teso, con un sapore di grande intensità a ricalcare di pari passo la traccia olfattiva. Lunghissimo e minerale. Tutta la parte di maturità e dorata non limita lo sviluppo di quello che è stato ed è tuttora uno splendido Batard-Montrachet. IMPORTATO DA SARZI AMADE'
REGIONE: BORGOGNA
PRODUTTORE: LEFLAIVE
DENOMINAZIONE: BATARD-MONTRACHET GC
ANNO: 2004