CHATEAU ANGELUS: I RINTOCCHI DELL'ECCELLENZA
di VITALIANO MARCHI - 19 maggio 2020
La rive droite bordolese, dove spiccano per notorietà i vini delle appellations Pomerol e Saint Émilion, è la sponda che ha inaugurato la storia secolare della viticoltura di Bordeaux, allora conosciuta come Aquitania (terra bagnata dalle acque). È qui che nacquero infatti i primi “claret”, vini scarichi di colore, simili ad un rosato, antesignani assai diversi dei Bordeaux moderni. Questi vinelli, tenui e limpidi, riuscirono a conquistare il palato degli inglesi, che intorno al XII secolo fecero propri questi territori grazie al matrimonio fra Eleonora d’Aquitania ed Enrico Plantageneto, proclamato nel 1154 d.C. re d’Inghilterra con il nome di Enrico II. Un periodo particolarmente florido per Bordeaux, segnato dall’avvio di una intensa e stabile importazione vinicola verso il Regno Unito, anticipando di fatto quello che sarebbe divenuto un successo globale.
Il risveglio viticolo della riva sinistra - la rive gauche - arriva solamente intorno al 1600 d.C., quando una serie di importanti bonifiche valorizzarono un territorio sino ad allora ridotto a poco più di un acquitrino. A condurre le operazioni di risanamento vennero chiamati gli olandesi che, stimolati dal re di Francia Enrico IV con l’offerta di terreni a prezzi vantaggiosi, impegnarono ogni risorsa nella valorizzazione di questo territorio, dimostrando competenze tecniche e scaltrezza commerciale.
La zona si risollevò e i vini prodotti su questo lato della Gironda divennero particolarmente ambiti e famosi, tanto che nella celebre prima classificazione bordolese del 1855 furono gli unici ad essere considerati tra quelli a bacca rossa.
Ovviamente la produzione vinicola sulla riva destra non si era mai fermata, i vini nel frattempo erano cambiati, avevano assunto una struttura ed un colore decisamente più importanti di quelli prodotti in passato ed avevano trovato una loro connotazione precisa privilegiando il merlot e il cabernet franc al cabernet sauvignon, dominatore incontrastato sulla sponda dirimpettaia.
Alla base delle scelte ampelografiche ci furono due fattori fondamentali:
Il tempo ha permesso dunque alla riva destra di tornare agli antichi fasti, regalando a Saint Émilion una propria classificazione nel 1954, secondo la quale i “primi vini” dei migliori castelli vengono ordinati in tre ranghi di merito: “PREMIER GRAND CRU CLASSÉ A”, “PREMIER GRAND CRU CLASSÉ B” e “GRAND CRU CLASSÉ”. Contrariamente a quella “statica” della riva sinistra, questa classificazione è stata aggiornata più volte (1969, 1986, 1996, 2006 e in ultimo nel 2012). Nel corso dell’ultima modifica due vini sono stati elevati dal rango di “Premier Grand Cru Classé B” al rango più altro: Chateau Pavie e Chateau Angelus.
CHATEAU ANGELUS
Dice la leggenda che il suo nome ebbe origine dal fatto che dalle sue vigne si udivano chiari i rintocchi delle campane delle tre chiese del comune di Saint Émilion: le campane suonavano al mattino, a mezzogiorno e alla sera per richiamare i fedeli a quella che all’epoca si chiamava la preghiera dell’Angelo. Questo rituale, che poi più laicamente ha cadenzato gli orari dei lavori in campagna, rappresenta una sorta di messaggio religioso universale, basti pensare ai richiami alla preghiera del muezzin dal minareto nei paesi musulmani, o a quelli del sacerdote indù dal proprio
tempio. Successivamente fu lo stesso Chateau a dotarsi di una torretta con una campana che suonava tre volte al giorno, per passare poi ad un vero e proprio carillon che, oltre a dare il nome al secondo vino dello Chateau, mantiene ancora oggi la stessa funzione.
Chateau Angelus vede attualmente alla sua direzione Stéphanie de Boüard-Rivoal, che rappresenta l’ottava generazione della famiglia de Boüard de Laforest che fondò il castello agli inizi del XX° secolo. La tenuta conta oggi su 39 ettari di cui 27 destinati alla produzione di Chateau Angelus.
LA CLASSIFICAZIONE DI SAINT ÉMILION (2012)
Il risveglio viticolo della riva sinistra - la rive gauche - arriva solamente intorno al 1600 d.C., quando una serie di importanti bonifiche valorizzarono un territorio sino ad allora ridotto a poco più di un acquitrino. A condurre le operazioni di risanamento vennero chiamati gli olandesi che, stimolati dal re di Francia Enrico IV con l’offerta di terreni a prezzi vantaggiosi, impegnarono ogni risorsa nella valorizzazione di questo territorio, dimostrando competenze tecniche e scaltrezza commerciale.
La zona si risollevò e i vini prodotti su questo lato della Gironda divennero particolarmente ambiti e famosi, tanto che nella celebre prima classificazione bordolese del 1855 furono gli unici ad essere considerati tra quelli a bacca rossa.
Ovviamente la produzione vinicola sulla riva destra non si era mai fermata, i vini nel frattempo erano cambiati, avevano assunto una struttura ed un colore decisamente più importanti di quelli prodotti in passato ed avevano trovato una loro connotazione precisa privilegiando il merlot e il cabernet franc al cabernet sauvignon, dominatore incontrastato sulla sponda dirimpettaia.
Alla base delle scelte ampelografiche ci furono due fattori fondamentali:
- terreni più sabbiosi e ricchi di ciottoli quelli della riva sinistra, più profondi ed argillosi quelli della riva destra;
- clima mitigato dall’influsso della corrente del golfo e protetto dai venti oceanici dall’enorme foresta delle Landes a sinistra, più esposto alle correnti provenienti da nord e più lontano dal mare a destra.
Il tempo ha permesso dunque alla riva destra di tornare agli antichi fasti, regalando a Saint Émilion una propria classificazione nel 1954, secondo la quale i “primi vini” dei migliori castelli vengono ordinati in tre ranghi di merito: “PREMIER GRAND CRU CLASSÉ A”, “PREMIER GRAND CRU CLASSÉ B” e “GRAND CRU CLASSÉ”. Contrariamente a quella “statica” della riva sinistra, questa classificazione è stata aggiornata più volte (1969, 1986, 1996, 2006 e in ultimo nel 2012). Nel corso dell’ultima modifica due vini sono stati elevati dal rango di “Premier Grand Cru Classé B” al rango più altro: Chateau Pavie e Chateau Angelus.
CHATEAU ANGELUS
Dice la leggenda che il suo nome ebbe origine dal fatto che dalle sue vigne si udivano chiari i rintocchi delle campane delle tre chiese del comune di Saint Émilion: le campane suonavano al mattino, a mezzogiorno e alla sera per richiamare i fedeli a quella che all’epoca si chiamava la preghiera dell’Angelo. Questo rituale, che poi più laicamente ha cadenzato gli orari dei lavori in campagna, rappresenta una sorta di messaggio religioso universale, basti pensare ai richiami alla preghiera del muezzin dal minareto nei paesi musulmani, o a quelli del sacerdote indù dal proprio
tempio. Successivamente fu lo stesso Chateau a dotarsi di una torretta con una campana che suonava tre volte al giorno, per passare poi ad un vero e proprio carillon che, oltre a dare il nome al secondo vino dello Chateau, mantiene ancora oggi la stessa funzione.
Chateau Angelus vede attualmente alla sua direzione Stéphanie de Boüard-Rivoal, che rappresenta l’ottava generazione della famiglia de Boüard de Laforest che fondò il castello agli inizi del XX° secolo. La tenuta conta oggi su 39 ettari di cui 27 destinati alla produzione di Chateau Angelus.
LA CLASSIFICAZIONE DI SAINT ÉMILION (2012)