CHATEAU MARGAUX 1990, E POI L’EMPIREO
di FILIPPO APOLLINARI - 04 giugno 2018
Un lungo viale alberato, dinnanzi l'empireo. Dapprima visto attraverso il filtro di un cancello, una prigione dalla polarità opposta, poi in tutta la sua progressiva sontuosità.
Questa è l'immagine che segna il mio primo approdo a Bordeaux, nell'oramai (troppo) lontano 2007. Fu un viaggio rivelatore, nel quale le mie orme violarono diversi celebri castelli, tra cui Chateau Latour e Mouton-Rothschild, ma nessuno permeò la mia aura con la severità con cui lo fece Chateau Margaux.
Assaggiammo alcune annate conservate nella cantina storica, altre ne assaggiai nei giorni immediatamente successivi al mio rimpatrio, sospinto da una famelica saudagi. In tutte ricordo un portamento all’insegna della sobrietà, un cordone ombelicale mai reciso dall’idea di eleganza. Questo sia per le annate cosiddette minori (1991, 2001, 2008) e all’origine più mansuete e rarefatte, già armoniose, sia per le annate più muscolari (1990, 2000, 2005), in cui il velluto gustativo che contraddistingue questo castello sopravvive negli anni a una cerniera tannica serrata e a una materia generosa.
Oggi gli assaggi si sono fatti più sporadici, sia per questioni di prezzi proibitivi, sia perché la ricerca di alcuni millesimi che mancano “all’appello” non sempre offre garanzie sullo stato conservativo delle bottiglie. Eppure qualche giorno addietro ho avuto la possibilità di stappare e gustare una felice bottiglia di Chateau Margaux 1990, che per gli amanti di questo castello è tra i millesimi che ne hanno segnato la storia, a ragion veduta. Un vino in cui il tempo ha oramai scolpito la materia in ogni angolo, rifinendone l’intima sagoma classica che, ora, si palesa al palato. Il segreto è tutto lì, in un sorso carezzevole, fluido, privo di refusi e decadenza, degno dell’empireo.
Queste le annate che hanno segnato la storia del castello filtrando l’opinione di Michel Bettane e di chi il vino lo ha prodotto: 1900, 1953, 1961, 1982, 1985, 1986, 1989, 1990, 1996, 2000, 2005*, 2009, 2010, 2015.
QUALCHE NUMERO DEL CASTELLO
260 ettari, di cui 82 vitati a bacca rossa (cabernet sauvignon 75%, merlot 20%, petit verdot 3%, cabernet franc 2%) e 12 vitati a bacca bianca (sauvignon blanc 100%). L’età media del vigneto si aggira sui 45 anni per le varietà a bacca rossa e 35 per le varietà a bacca bianca. Chateau Margaux e il Pavillon Rouge sono vinificati in tini tronco conici con una fermentazione che dura in media tre settimane, mentre l’affinamento si protrae per 18/24 mesi in barrique (esclusivamente nuove per il Grand Vin) autoprodotte.
PRODUZIONE ANNUALE
CHATEAU MARGAUX: 150.000 BOTTIGLIE
PAVILLON ROUGE: 200.000 BOTTIGLIE
PAVILLON BLANC: 35.000 BOTTIGLIE
Questa è l'immagine che segna il mio primo approdo a Bordeaux, nell'oramai (troppo) lontano 2007. Fu un viaggio rivelatore, nel quale le mie orme violarono diversi celebri castelli, tra cui Chateau Latour e Mouton-Rothschild, ma nessuno permeò la mia aura con la severità con cui lo fece Chateau Margaux.
Assaggiammo alcune annate conservate nella cantina storica, altre ne assaggiai nei giorni immediatamente successivi al mio rimpatrio, sospinto da una famelica saudagi. In tutte ricordo un portamento all’insegna della sobrietà, un cordone ombelicale mai reciso dall’idea di eleganza. Questo sia per le annate cosiddette minori (1991, 2001, 2008) e all’origine più mansuete e rarefatte, già armoniose, sia per le annate più muscolari (1990, 2000, 2005), in cui il velluto gustativo che contraddistingue questo castello sopravvive negli anni a una cerniera tannica serrata e a una materia generosa.
Oggi gli assaggi si sono fatti più sporadici, sia per questioni di prezzi proibitivi, sia perché la ricerca di alcuni millesimi che mancano “all’appello” non sempre offre garanzie sullo stato conservativo delle bottiglie. Eppure qualche giorno addietro ho avuto la possibilità di stappare e gustare una felice bottiglia di Chateau Margaux 1990, che per gli amanti di questo castello è tra i millesimi che ne hanno segnato la storia, a ragion veduta. Un vino in cui il tempo ha oramai scolpito la materia in ogni angolo, rifinendone l’intima sagoma classica che, ora, si palesa al palato. Il segreto è tutto lì, in un sorso carezzevole, fluido, privo di refusi e decadenza, degno dell’empireo.
Queste le annate che hanno segnato la storia del castello filtrando l’opinione di Michel Bettane e di chi il vino lo ha prodotto: 1900, 1953, 1961, 1982, 1985, 1986, 1989, 1990, 1996, 2000, 2005*, 2009, 2010, 2015.
QUALCHE NUMERO DEL CASTELLO
260 ettari, di cui 82 vitati a bacca rossa (cabernet sauvignon 75%, merlot 20%, petit verdot 3%, cabernet franc 2%) e 12 vitati a bacca bianca (sauvignon blanc 100%). L’età media del vigneto si aggira sui 45 anni per le varietà a bacca rossa e 35 per le varietà a bacca bianca. Chateau Margaux e il Pavillon Rouge sono vinificati in tini tronco conici con una fermentazione che dura in media tre settimane, mentre l’affinamento si protrae per 18/24 mesi in barrique (esclusivamente nuove per il Grand Vin) autoprodotte.
PRODUZIONE ANNUALE
CHATEAU MARGAUX: 150.000 BOTTIGLIE
PAVILLON ROUGE: 200.000 BOTTIGLIE
PAVILLON BLANC: 35.000 BOTTIGLIE