CINQUE TERRE: DENOMINAZIONE, TERRITORIO E PANORAMICA DEI VINI

CINQUE TERRE: DENOMINAZIONE, TERRITORIO E PANORAMICA DEI VINI

Non mi era mai successo di lasciare un racconto a macerare così a lungo nella penna.
Ho visitato le Cinque Terre l’autunno scorso e per tutto questo tempo ho subìto l’irrequietezza di quei ricordi, che ho stentato a rimettere in ordine, che ho faticato a raccontare. Ora, finalmente, l’inchiostro scorre, liberatosi dall’immobilismo che ancora avvolge questa terra e che in parte ho sentito mio. 

La prima impressione che ho avuto, arrivando alle Cinque terre, è stata quella di una viticoltura sospesa, rassegnata alle asperità di un paesaggio estremo, selvaggio, arcaico. 
Un paesaggio conteso tra il mare e una macchia mediterranea vorace, a stento trattenuta dal lavoro logorante dei vignaioli. Nei giorni successivi all’arrivo, trascorsi tra vigne e produttori, non ho potuto fare altro che rendermi conto di quanto vicina alla realtà fosse stata quella prima immagine che si era impressa nella mente, con il pensiero che è tornato a quanto scritto da Veronelli nell’opera dedicata “Alla ricerca dei vini sconosciuti”, pubblicata come supplemento al numero 231 di Panorama del 1970: “Notissimi, certo, i vini delle Cinque Terre; ignoti, dico io, per secolari commerci”.

A distanza di oltre quarant’anni da queste parole, i vini delle Cinque Terre rimangono una flebile ombra nel bagliore dell’enologia moderna, i cui ritmi sono spesso dettati da equilibri economici che qui non hanno possibilità di resistere.
Anche per questo motivo, oltre alla convinzione di un notevole potenziale inespresso, ho realizzato questo speciale sulla doc “Cinque Terre”, con una panoramica sui vini che, non con poche difficoltà, potete trovare attualmente in commercio.

IL TERRITORIO E LA VITICOLTURA



Siamo in Liguria, nell’estremità orientale della regione, in un paesaggio costiero in cui la viticoltura si arrampica dal mare fino all’alta collina, avvolgendo i cinque piccoli borghi medioevali che danno vita a questo territorio: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso.
Qui il paesaggio si presenta come una successione continua di terrazzamenti, ciascuno dei quali costituisce un gradino della suggestiva scalinata che occupa i 14 km di costa del comprensorio, in una fascia altimetrica media che varia dai 30 ai 600 m/slm, con pendenze che superano agilmente il 50%.
La possibilità di raggiungere molti siti esclusivamente via mare o con uno dei cinquanta trenini a cremagliera che corrono lungo i terrazzamenti, rende limpida l’immagine di un territorio estremo.
I terrazzamenti sono sorretti da muretti a secco, rigorosamente privi di malta, che si snodano, in un percorso senza soluzione di continuità, per quasi 7.000 km. Questa ragnatela di arcaica edilizia costituisce un naturale sistema di drenaggio dell’acqua piovana, assorbita e guidata a valle attraverso il muro senza danneggiarlo, a salvaguardia di un paesaggio unico, dichiarato nel 1997 “patrimonio mondiale dell’umanità”, ma costantemente posto sotto pressione dai rischi di un’erosione violenta. Una spada di Damocle che negli ultimi anni si è fatta ancora più affilata a causa del crescente abbandono di quella che si presenta come una viticoltura “eroica” e antieconomica, spesso vissuta come un “dopo lavoro” o a livello hobbistico.
Una tendenza di lungo corso, che ha visto i 1400 ettari vitati del dopo guerra ridursi negli ultimi anni a meno di un centinaio. Questo disinteresse sta causando conseguenze drammatiche, non solo e non tanto per la viticoltura, ma, ciò che più conta, per la sopravvivenza del territorio stesso. La scarsa manutenzione dei muretti, non più ripristinati, in aggiunta alla perdita della funzione bloccante dell’apparato radicale della vite, stanno pregiudicando irrimediabilmente la stabilità geologica del terreno, con risultati potenzialmente nefasti per i centri abitati, come testimoniato dalla frana che nell’ottobre del 2011 ha colpito il cuore di Monterosso e Vernazza, due località che ancora oggi mostrano le cicatrici di quanto accaduto.
L’estremo frazionamento delle proprietà poderali, per le quali l’unità di misura più idonea è costituita in molti casi dal numero di piante possedute, piuttosto che dalle are, si giustifica con la pagina bianca legata alla Mezzadria, una struttura agraria che qui non si è mai propagata. Questa parcellizzazione, associata a un rapporto demotivante tra ore di lavoro e remunerazione, sono le cause principali dello scarso ricambio generazionale che ha coinvolto questa denominazione negli ultimi decenni.
Solo con la recente introduzione del sistema di allevamento a spalliera, con potatura a guyot, si è arrivati ad un alleggerimento del lavoro, che ha spronato una classe più giovane a riprendere in mano le vigne di famiglia, abbassando la media anagrafica del comparto produttivo che, nel caso degli associati alla cantina “Cooperativa Viticoltori delle Cinque Terre”, si aggira tutt’ora sui 70-75 anni.

Il sistema di allevamento a spalliera sta progressivamente sostituendo la tradizionale “pergola bassa”, in cui l’apparato fogliare, a copertura dei grappoli, si sviluppa su una struttura che dall’estremità del terrazzamento - ad un’altezza di 50-60 cm - arriva fino al muretto sovrastante, in una serie di strette gallerie che evocano alla mente i “caruggi” raccontati in musica da Fabrizio De Andrè.

IL DISCIPLINARE E LA BASE AMPELOGRAFICA
Come sancito dal disciplinare approvato nel 1973 (un anno dopo rispetto al Rossese di Dolceacqua, il primo vino ligure a ricevere la tutela), la zona di produzione delle uve destinate ai vini Cinque Terre “ricade nella provincia della Spezia e comprende i terreni vocati alla qualità degli interi comuni di Riomaggiore, Vernazza e Monterosso, nonché parte del territorio del comune di La Spezia, denominato Tramonti di Biassa e Tramonti di Campiglia…”.
Una provincia, tre comuni (più l’appendice di La Spezia) e cinque borghi medioevali: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare, con Manarola che costituisce una frazione del comune di Riomaggiore e Corniglia una frazione del comune di Vernazza.
All’interno dello stesso articolo (n.2) il disciplinare identifica anche tre sottozone in cui il vino Cinque Terre può essere declinato (Costa de Sera a Riomaggiore, Costa de Posa a Volastra, Costa de Campu a Manarola), sulle quali, tuttavia, risulta difficile uno studio organolettico approfondito a causa dell’esiguo numero di versioni prodotte.

La base ampelografica della denominazione prevede l’utilizzo di bosco, per almeno un 40%, di vermentino e albarola, congiuntamente o singolarmente, fino ad un massimo del 40% e di vitigni complementari, iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, non oltre il 20%. Il bosco è il protagonista principale della denominazione, una varietà dalle origini incerte, le cui tracce risalgono solamente al periodo post-fillossera, durante il quale la viticoltura locale si è completamente azzerata. E’ una varietà produttiva e dal grappolo spargolo, con acini dalla buccia resistente, a cui si deve la parte strutturale della tipologia. Dal punto di vista organolettico è una varietà rustica che, se portata a piena maturazione, riflette al meglio l’anima mediterranea di questi vini. Al suo fianco vermentino e albarola, con la prima varietà che sembra veicolare al meglio i tratti marini e salmastri del Tirreno e la seconda che viene di norma coltivata a quote più elevate, con il compito di rendere più vibrante un quadro che non vive certo di acidità dirompenti.

I NUMERI DEL COMPARTO PRODUTTIVO E QUALCHE CONSIDERAZIONE
La panoramica che segue, coinvolge tutti i vini che mi è stato possibile reperire nei giorni della permanenza in loco, inerenti esclusivamente la denominazione “Cinque Terre”.
La scelta di non includere in questo speciale anche il “Cinque Terre Sciacchetrà”, il passito virtuale del comprensorio, segue la volontà di concentrarsi sulla sola tipologia che può contribuire all’affermazione di questo territorio al di fuori di un contesto turistico.  I 136,7 ettolitri di vino “Cinque terre Sciacchetrà” e i 1985,0 ettolitri di vino “Cinque Terre”, registrati nel 2012, sono parametri che lasciano poco spazio a interpretazioni differenti. Numeri esigui, che nascono dai 58,8 ettari rivendicati nel 2012 per la denominazione di origine e che diventano ancora più irrisori se analizzati al netto dei circa 1.100 ettolitri (1300 se consideriamo anche il passito) in mano all’efficiente cantina “Cooperativa Viticoltori delle Cinque Terre”, il cui organigramma vanta la presenza di 220 soci viticoltori, che conferiscono le uve provenienti da 46 ettari.
Quello che rimane va spartito tra i 25 produttori all’origine, vinificatori-imbottigliatori, che si presentano sul mercato più o meno costantemente. Non fa statistica la manciata di ettari destinati a uve a bacca rossa, non rivendicabili per la doc, o quelli a bacca bianca volutamente non rivendicate.
Venendo al responso del bicchiere, i risultati lasciano spazio (e impongono) notevoli margini di crescita. L’assaggio ha dimostrato l’assenza di un’identità comune, con un numero considerevole di versioni che possono essere relegate a un’accademica, in qualche caso anche sbiadita, esecuzione enologica. Eppure non tutto è da archiviare. No, perché anche nelle versioni più asettiche, il territorio sembra rivelare una personalità autoritaria, che diventa straripante nelle versioni più coraggiose e sentite. E’ in queste che ritrovo l’immagine più edificante delle Cinque Terre, espressa dall’irrequieto punto di incontro tra il mare sottostante e la macchia mediterranea che vigila dall’alto.
Quando c’è questa energia allora si riesce anche a soprassedere a eventuali vizi di forma, naturale conseguenza di un orgoglio viticolo ancora sperimentale, che necessita rispetto e supporto.

Un ringraziamento sentito va a Matteo Bonanini, presidente della cantina “Cooperativa Viticoltori delle Cinque Terre”, e all’ufficio agrario della camera di commercio di La Spezia, nelle persone di Franca Passoni e Sara Rabà. 
 
91/100
WATER DE BATTE' - RIOMAGGIORE

WATER DE BATTE' - RIOMAGGIORE

Il lungo e stimolante incontro avuto con Walter De Battè mi ha posto di fronte ad un uomo dalla cultura e dalla sensibilità non comune. Un ricercatore cronico e appassionato, che ha creduto prima di altri nelle potenzialità viticole della propria terra natia, di cui continua a ricercarne l'anima più viscerale e profonda. Dopo alcune versioni sperimentali, Walter firma il suo primo Cinque Terre nel 1991, ma è solo con la versione del 1996 che sente di avere intrapreso un percorso costruttivo, in piena sintonia con la sua terra. Ogni vendemmia è una nuova sfida, fisica e mentale, che lo vede lottare per riflettere senza filtri il territorio nel bicchiere. Consulente stimato in diverse realtà nazionali, Walter possiede circa 0,75 ettari a Riomaggiore, dai quali produce meno di 2000 bottiglie di quello che una volta era il Cinque Terre e che ora è semplicemente "ALTROVE", la sua visione di vino del territorio, per il quale ha scelto provocatoriamente di non rivendicare la denominazione di origine. Si tratta comunque di un Cinque Terre sotto mentite spoglie, che nasce da una macerazione delle bucce per 4/6 giorni a temperatura non controllata, a cui segue una vinificazione in barrique usate per circa 12/14 mesi. Rara ed episodica la produzione dello Sciacchetrà che, quando prodotto, dal 2006 viene vinificato esclusivamente in acciaio. La recensione che segue si riferisce alla versione 2010 del suo ALTROVE, un vino che mi ha conquistato, riportandomi con tutti i sensi sulle terrazze a precipizio sul mare che Walter cura con amorevole passione. Un vino solare, dalla tonalità che richiama l'ambra luminosa, ottenuta dalla ricerca di una piena maturazione del bosco, la varietà che domina l’uvaggio. Un vino che unisce magistralmente macchia e mare, dotato di un'ampiezza che si amplifica con l'aria, stratificandosi in profondità. Nitide le note di erbe mediterranee, di resina e di erica, di albicocche mature, di iodio, di cappero e di liquirizia. La bocca è setosa, avvolgente, densa e armonica; l'allungo, più sapido che acido, è succoso e mostra una glicerina calibrata. Chiude con calore riportando alla mente l'unicità di questo territorio. Un vino che è impossibile non amare, lontano dai freddi canoni moderni scelti per soddisfare un turismo "spensierato".
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: WALTER DE BATTE'
DENOMINAZIONE: VINO BIANCO
NOME: ALTROVE
ANNO: 2010
PREZZO ONLINE: € 35
89/100
ANDREA PECUNIA - RIOMAGGIORE

ANDREA PECUNIA - RIOMAGGIORE

Andrea Pecunia è un giovane vignaiolo che nel 2005 ha deciso di rigenerare alcuni terrazzamenti di famiglia, sottratti alla voracità della macchia mediterranea. Un piccolo e prezioso patrimonio di 2000 piante, quasi esclusivamente della varietà bosco, nella zona "Casen" a 350 m/slm (dietro la "Costa de Sèra"), dalle quali nel 2011 ha realizzato il suo primo vino. Le vinificazioni vengono svolte in anfore di terracotta di dimensioni comprese tra gli 80 e i 200 litri, dove il mosto rimane a contatto con le bucce per circa 7 giorni. Non si utilizzano prodotti sistemici e l'anidride solforosa è utilizzata in quantità omeopatiche. Il vino si esprime con un linguaggio magnetico e territoriale, rustico ma fascinoso, dove si scoprono le erbe officinali, la noce, l'oliva, la macchia e il fondale marino. La bocca è schietta, scoperta, ma non priva di glicerina, con una piacevole tensione succosa che seduce e stimola la beva. Il sale e una vivace tannicità contribuiscono a dare ritmo anche al finale. Con l'aria il mare prende il sopravvento e si affievoliscono le note di pane grigliato dovute alla macerazione. Coup de Coeur.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: ANDREA PECUNIA
DENOMINAZIONE: VINO BIANCO
NOME: TERRE SOSPESE
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 18
88/100
LUCIANO CAPELLINI - VOLASTRA (RIOMAGGIORE)

LUCIANO CAPELLINI - VOLASTRA (RIOMAGGIORE)

Mi sono a lungo rammaricato per non essere riuscito a incontrare Luciano Capellini nei giorni della mia presenza in loco; un incontro mancato nonostante il notevole pressing esercitato, da cui Luciano si è smarcato con abilità calcistica. Un vero peccato, accresciuto dal convincente assaggio del suo Cinque Terre (degustato al rientro in Romagna), che mi ha convinto ancora di più del potenziale inespresso di questi vini e della loro versatilità interpretativa. Luciano, che ha ereditato dal padre il timone dell'azienda di famiglia nel 1995, gestisce attualmente un vigneto di 13.000 metri quadrati, con porzioni anche nelle prestigiose zone della "costa da Posa" a Volastra e nella "Valle dei Pozzi" a Manarola. Il suo Cinque Terre nasce con una sosta degli acini diraspati in una cuve d'acciaio a 12 gradi per circa una ventina di ore (il tempo di raccogliere tutte le uve). La successiva pressatura soffice avviene con un torchio a polmone, che crea un mosto "fiore" lasciato a fermentare senza l'aggiunta di lieviti. Solo acciaio e vetro per un vino che mostra un naso fresco e profondo, con note nitide di noce, mandorla, fiori bianchi e delicati riconoscimenti di frutta mediterranea a polpa bianca. La bocca ha un ingresso deciso e definito, con materia adeguata a una struttura in cui la freschezza traina senza cedimenti un allungo appena rigoroso ma dinamico. Più vibrante che glicerico, propone un incalzante contrasto tra compenti acido-sapide e tannino. Chiude con calore controllato e mineralità. Con l'aria rallenta la sua marcia per via di una nota burrosa (che riconduco alla lunga permanenza sui lieviti) che sottrae parte della croccantezza.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: LUCIANO CAPELLINI
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 20
87,5/100
FORLINI CAPPELLINI - MANAROLA

FORLINI CAPPELLINI - MANAROLA

Germana Forlini, insieme al marito Alberto Cappellini e al figlio Giacomo, gestisce una delle poche aziende ad avere "portato" il vino delle Cinque Terre al di fuori dei confini della denominazione. Vignaioli da sempre, i Forlini Cappellini dispongono di un ettaro a Manarola, suddiviso in sette parcelle che si arrampicano dai 100 ai 350 metri sul livello del mare, con una genetica d'impianto che risale, per le viti più datate, al 1945. Dalle uve di queste parcelle è nata, nel 1988, la loro prima etichetta di Cinque Terre; un vino solido e affidabile, vinificato in acciaio, che sottolinea la scelta di un approccio fragrante e brioso, frutto di una vendemmia giocata in leggero anticipo rispetto alla media del comparto. La versione 2012 esprime un naso di buona profondità, con un piacevole dinamismo che si diverte a sovrapporre note di rosa, frutta secca, iodio e agrume candito. La bocca denota una precisione pregevole e una struttura che scorre con buona ricchezza, sapore e un discreto allungo sapido. Un palato calibrato e rassicurante, che evidenzia un positivo gioco di chiaro-scuri tra glicerina e freschezza salina. Sicuro e vicino al suo territorio.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: FORLINI CAPPELLINI
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 18,50
87,5/100
AZIENDA AGRICOLA BURASCA DI SCORZA CESARE – MANAROLA

AZIENDA AGRICOLA BURASCA DI SCORZA CESARE – MANAROLA

Cesare Scorza è un giovane e promettente vignaiolo che ha scelto di riallacciare il legame con il passato viticolo della propria famiglia. Un passato "segnato" dal nonno, quel "Burasca" noto per l'impegno "eroico" dedicato alla coltura della vite, che Cesare ha voluto onorare intitolando a lui azienda e primo vino prodotto, ovviamente un Cinque Terre. L’Azienda conta quasi 2 ettari vitati, prevalentemente dislocati nelle terrazze di Manarola ad un'altitudine che varia dai 100 ai 200 m/slm. Dal 2005 le vinificazioni si avvalgono di strumentazioni più moderne, come vasche in acciaio dotate di controllo automatico della temperatura e pompe per il travaso delle masse. Al fianco del Burasca, "vinificato in bianco", Cesare produce il "BUNASSA", un Cinque Terre la cui vinificazione prevede una macerazione sulle bucce di 36 ore. Entrambi i vini sono prodotti con il 70% di bosco, il 20% di vermentino e il 10% di albarola. Assaggiati entrambi, la mia preferenza è ricaduta su quest'ultimo: un Cinque Terre che al naso mostra mare e macchia e che al palato dispone di una materia precisa e calibrata, saldata a una struttura che scorre con piacevole succosità. Chiude con ritmo scandito dal contrasto tra acidità e tannino su note di mallo di noce. Meno coinvolgente, invece, il Burasca, alle prese con una parte "burrosa" che sottrae fragranza e accentua il calore.
CINQUE TERRE BURASCA 2012 – VALUTAZIONE 85/100
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: AZIENDA AGRICOLA BURASCA
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
NOME: BUNASSA
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 17
87/100
CANTINE LITAN – RIOMAGGIORE

CANTINE LITAN – RIOMAGGIORE

Dopo un lungo lavoro di recupero iniziato nel 2000, Francesco e Orlando Cevasco, insieme al cugino Luigi Andreotti, hanno ridato vita a quei terrazzamenti che loro nonno Giulio chiamava amorevolmente "giardino di Litàn". Si tratta di un ettaro frazionato, posto nella prestigiosa sottozona "Costa de Sera", nel comune di Riomaggiore, a 300/350 metri sul livello del mare. Qui, da 6500 viti coltivate in parte a spalliera e in parte a pergola, nascono i due vini aziendali, un Cinque Terre e un Cinque Terre Sciacchetrà. Per la produzione del Cinque Terre si svolge una macerazione pellicolare delle uve a 14 gradi per 36 ore, al termine della quale si esegue una pressatura soffice che precede la fermentazione. L'edizione 2012 mi ha posto di fronte al vino più salino dell'intera sessione degustativa, un vino dal carattere anfibio, che ha convogliato su se stesso tutto il sapore del mare sottostante. Un naso in cui le note iodate e di molluschi lasciano progressivamente spazio a note di cappero, agrume ed erbe medicinali, con un tratteggio esotico che segue l'intera dinamica evolutiva. La bocca continua nella sua impostazione salina, con una struttura sottile che ha la tendenza a scivolare velocemente, ma che si allunga con sapore e sale, segnando più la mente che il palato.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: CANTINE LITAN
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
NOME: COSTA DE SERA
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 17
86/100
BURANCO – MONTEROSSO AL MARE

BURANCO – MONTEROSSO AL MARE

L'azienda Buranco è una delle aziende a cui va il merito di avere promosso le Cinque Terre attraverso la qualità del proprio lavoro. Siamo a Monterosso, lungo la valle solcata dal torrente che ha suggerito il nome all'azienda e che accoglie i sei ettari (più uno in affitto) che compongono il corpo aziendale della famiglia Grillo. Qui nascono i quattro vini realizzati, tra cui quello recensito, il "Cinque Terre" 2012. Un vino che necessita di aria per uscire da un iniziale torpore di stampo riduttivo che, soprattutto nei primi minuti (qualche ora a dire il vero), ne limita non poco l'espressività. L'aria lo aiuta a rivelare un quadro aromatico maturo, glicerico, in cui le sensazioni marine e di macchia si sovrappongono a profumi di noce e fiori gialli ginestrini. Un naso in crescita, che diverrà più definito con qualche mese aggiuntivo in vetro. L'ingresso al palato evidenzia una struttura gustativa di buona materia, in cui lo sviluppo, in parte assopito, non avrebbe disdegnato una maggiore spinta verticale a sostegno di una succosità che cede il passo in chiusura a morbidezze e calore. Fase interlocutoria ma in crescita.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: BURANCO
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 20
85/100
AGRICOLA BEGASTI - MONTEROSSO AL MARE

AGRICOLA BEGASTI - MONTEROSSO AL MARE

Paolo Oligeri e Gianpaolo Brandani sono gli artefici del progetto Begasti, una realtà produttiva nata nei primi anni duemila che oggi può contare su 0,4 ettari di vigneto nel comune di Monterosso al Mare, nella località che ha suggerito il nome dell'azienda. 3000 metri quadrati sono dedicati ai principali protagonisti del territorio, bosco, albarola e vermentino, mentre 1000 mq sono la culla di vitigni autoctoni "dimenticati" dopo l'arrivo della fillossera, tra cui piccabon, rossese bianco, brusapagià e frappelà. Attualmente le bottiglie prodotte sono circa 3000 per il Cinque Terre e circa 400 per lo Sciacchetrà. La versione 2012 del Cinque Terre mostra qualche incertezza iniziale prima di aprirsi a un ventaglio floreale che spazia dalla ginestra al tiglio, dalla zagara all'albicocco. Un quadro originale che con l'aria acquista confortanti note saline e di mandorla. La bocca ha una struttura leggera, che mostra un allungo fresco e verticale. Scorre stretto alimentato da freschezza e buona succosità a supporto. Un vino non privo di diversi lati positivi, che presta purtroppo il fianco a una rusticità che ne limita l'espressione finale.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: AGRICOLA BEGASTI
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
ANNO: 2012
84/100
COOPERATIVA VITICOLTORI DELLE CINQUE TERRE – RIOMAGGIORE

COOPERATIVA VITICOLTORI DELLE CINQUE TERRE – RIOMAGGIORE

La Cooperativa Viticoltori delle Cinque Terre, presieduta dal cordiale ed efficiente Matteo Bonanini, rappresenta, per ettari controllati e vignaioli coinvolti, la "prima" realtà delle Cinque terre. Una struttura che raccoglie i conferimenti di circa 220 soci, che convogliano qui le uve provenienti da 46 ettari vitati sui 58 a disposizione della doc. Numeri che nella storia hanno conferito a questa realtà un valore sociale e umano prima ancora che commerciale, limitandone inevitabilmente le possibilità "sperimentali". Oggi questa cantina produce un Cinque Terre "classico", un Cinque Terre con leggera macerazione delle bucce e tre Cinque Terre in rappresentanza delle sottozone individuate dal disciplinare. Si tratta di vini didascalici, piacevoli, in qualche caso semplici e essenziali, ma corretti e tecnicamente ineccepibili. Tra i vini assaggiati - tutti con l'eccezione del “Costa de Campu” - la preferenza è ricaduta sul Cinque Terre con leggera macerazione delle bucce, il "Pergole Sparse", e sul “Costa de Sèra”. In particolare, se il primo si diletta a riflettere i tratti costieri con un carattere più divertente e divertito rispetto alla versione “classica”, il “Costa de Sèra” è riuscito a smarcarsi, dopo una buona ossigenazione, da un profilo protocollato, esprimendo note saline e di macchia che hanno coinvolto anche il palato.
CINQUE TERRE “COSTA DE SERA” 2012 – VALUTAZIONE 84/100
CINQUE TERRE “COSTA DA’ POSA” 2012 – VALUTAZIONE 83/100
CINQUE TERRE 2012 – VALUTAZIONE 82/100
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: COOPERATIVA VITICOLTORI DELLE CINQUE TERRE
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
NOME: PERGOLE SPARSE
ANNO: 2012
83/100
AZIENDA AGRICOLA CHEO - VERNAZZA

AZIENDA AGRICOLA CHEO - VERNAZZA

Compagni nella vita e nel lavoro, Lise Charlotte Bertram e Bartolo Lercari, sono i titolari dell'azienda Agricola Cheo, l'unica realtà produttiva delle Cinque Terre con sede e vigneti nel paese di Vernazza. L'azienda vanta un patrimonio viticolo di 1,3 ettari, frazionato in oltre 27 terrazzamenti a ridosso della scogliera, collocati ad altitudini che variano tra i 30 e i 120 m/slm. La bassa quota altimetrica, associata alla maggiore ricchezza dei terreni di quest'area, comportano un anticipo nella maturazione delle uve rispetto a tutte le altre zone del comprensorio e un profilo marino comune a tutti i vini prodotti. L'azienda firma due Cinque terre, il "Cheo" e il più ambizioso "Perciò", entrambi vinificati in iper-riduzione, con pre-fermentazioni a temperature molto basse, finalizzate a esaltare la fragranza del quadro aromatico. Un obiettivo che, nel millesimo 2012, è stato meglio raggiunto con il "Perciò": un vino dalla struttura esile e essenziale, che riesce tuttavia a riflettere con piacevolezza la componente marina e salata della denominazione. Più problematico, invece, l'assaggio del "Cheo", la cui essenzialità della struttura (al limite dello scarno) non riesce a essere compensata da un quadro olfattivo alle prese con un eccesso di solforosa.
CINQUE TERRE “CHEO” 2012 – VALUTAZIONE 79/100
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: AZIENDA AGRICOLA CHEO
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
NOME: PERCIO'
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 17
81/100
CANTINA SASSARINI - MONTEROSSO AL MARE

CANTINA SASSARINI - MONTEROSSO AL MARE

Giancarlo Sassarini è alla guida di un’azienda di lunga tradizione, il cui esordio commerciale risale al 1968. Una cantina privata che somma, all'ettaro di proprietà, le uve provenienti da una quindicina di ettari sparsi su tutto il comprensorio, selezionate presso un manipolo di coltivatori con cui c'è un rapporto continuativo. Un capitale enologico secondo solo a quello della cantina cooperativa locale, che permette di produrre annualmente circa 60.000 bottiglie, suddivise in quattro etichette di "Cinque Terre" e, quando l'annata lo permette, una di "Sciacchetrà". Delle quattro versioni di "Cinque Terre" prodotte, sono riuscito a reperire l'etichetta d'ingresso (33.000 bottiglie prodotte) e la versione che prevede una vinificazione con macerazione sulle bucce (2700 Bottiglie prodotte). L'assaggio, oltre a testimoniare i notevoli margini di miglioramento a cui deve puntare l'azienda, sia in termini di peso sia di ricamo, ha visto propendere la mia preferenza per l'etichetta "entry level", alle prese con lieviti invasivi e penalizzanti, ma ugualmente più centrata da un punto di vista stilistico e di pura piacevolezza.
CINQUE TERRE “SULLE BUCCE” 2012 – VALUTAZIONE 80/100
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: CANTINA SASSARINI
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 17
79/100
CANTINA CROVARA - MANAROLA

CANTINA CROVARA - MANAROLA

Alessandro e Gianluigi Crovara, nel 2005, hanno scelto di unire le proprie risorse (vigne e locali per la vinificazione), per dare vita a un’azienda che porta il loro cognome. Una realtà che dispone di un ettaro abbondante a Manarola, dal quale producono, dal 2008, un Cinque Terre e un Cinque Terre Sciacchetrà. Una realtà giovane, ancora alla ricerca di una maturità produttiva, come dimostrato anche dall'edizione 2012 del loro Cinque Terre: un vino che possiede un naso ovattato e timido, in cui le note di macchia e di fiore sembrano imbrigliate da toni evoluti e "lievitosi". L'aria è un'arma a doppio taglio, perché da un lato consente al vino di arricchirsi di qualche sfumatura aggiuntiva, dall'altro ne amplifica notevolmente la parte ossidativa. La bocca mostra una struttura parzialmente slegata, soprattutto tra l'acidità e la parte glicerica/dolce, con quest'ultima componente che contribuisce a rendere meno disteso un allungo in difficoltà nella riproposizione del succo, schiacciato tra note verdi e amarognole.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: CANTINA CROVARA
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 17
NG/100
ARRIGONI - TENUTA TRAMONTI - LA SPEZIA

ARRIGONI - TENUTA TRAMONTI - LA SPEZIA

L'azienda Arrigoni festeggia quest'anno il secolo di attività nel settore vino. Una storia familiare di lunghissimo corso, che negli anni sessanta si è estesa dal comprensorio spezzino alla Toscana, precisamente a San Gimignano. La ventina di ettari vitati nella riviera ligure di levante si concentra prevalentemente nell'area dei "Colli di Luni", con l'eccezione di due ettari in affitto situati in quella porzione del comune di La Spezia conosciuta come Tramonti, che consente alla famiglia Arrigoni di proseguire nella tradizionale produzione di vini delle "Cinque Terre". Con l'edizione 2012, Riccardo, l'attuale timoniere, ha voluto sperimentare, contrariamente alle precedenti versioni, una vinificazione in presenza di bucce, con un contatto pellicolare di circa quattro giorni. Un percorso nuovo che, come testimonia il vino nel bicchiere, ha bisogno di tempo per trovare i suoi equilibri. Il vino soffre una carenza di espressività nella parte aromatica, segnata anche da una pungenza alcolica che non agevola l'esame a bottiglia aperta. Così anche al palato, dove si evidenzia la mancanza di definizione e spinta verticale. Piacevole la tannicità. Tuttavia, le note di stampo evoluto che si palesano con il passare dei minuti suscitano qualche dubbio sulla sanità della bottiglia assaggiata e per questo motivo preferisco non punteggiare.
 
REGIONE: LIGURIA
PRODUTTORE: ARRIGONI - TENUTA TRAMONTI
DENOMINAZIONE: CINQUE TERRE
NOME: TRAMONTI
ANNO: 2012
PREZZO ONLINE: € 15