FONTALLORO IN UN QUARTO DI SECOLO, TRAIETTORIE DI UN GRANDE SANGIOVESE TOSCANO

FONTALLORO IN UN QUARTO DI SECOLO, TRAIETTORIE DI UN GRANDE SANGIOVESE TOSCANO
“L’Italia è un paese di contemporanei, senza antenati né posteri, perché senza memoria.” (Ugo Ojetti, pensiero estrapolato da un’intervista a Indro Montanelli).
 
Mi piace pensare all’esperienza come ad argilla che si plasma ogni giorno, segnata dalla pressione delle nostre scelte, dalle impronte nei luoghi e dalle parole assimilate negli incontri lungo il nostro percorso; incontri che sfumano senza incidere, incontri che aggiungono peso a una materia in divenire e, ancora, incontri che ne spostano il baricentro. Quelli con Giuseppe Mazzocolin, illuminato régisseur della Fattoria di Felsina, hanno sempre contribuito a riportare la forma ad una maggiore simmetria.
 
“In degustazione: 1990, 1994, 1995, 1998, 1999, 2001, 2003, 2004, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2015.”
 

Incontrai per la prima volta Giuseppe Mazzocolin nel marzo del 2006. Fu una specie di folgorazione di cui serbo un ricordo nitido, congelato dal freddo pungente di una rigida mattina d’inizio primavera. La voce pacata dell’uomo, il passo mite dei suoi ragionamenti, la sua indole paterna, scaldarono la foresteria di Felsina come la fiamma di un grande camino.

Parlammo del suo passato da docente e della virata dal mondo accademico a quello agricolo, in prima linea nella consacrazione dell’azienda del suocero Domenico Poggiali, imprenditore ravennate che nel 1966 acquistò Felsina come meta di ristoro.

Così come dodici anni fa, anche lo scorso autunno, in un anonimo bar all’ombra della Certosa di Galluzzo, Giuseppe ha condiviso il ricordo di quelle che considera le tappe fondamentali del suo affascinante viaggio. Un racconto cucito attorno alla vita, al vino, alle impronte di una terra che lo ha adottato.

Incalzandolo con garbo, l’ho ascoltato rivivere l’amicizia con Luigi Veronelli e poi raccontare la nascita di Rancia e Fontalloro, due vini pensati e concepiti con passione, e nel tempo divenuti grandi classici chiantigiani.
Al Fontalloro, un vino che ha segnato le prime tappe della mia formazione, ho dedicato una verticale di quattordici annate, raccogliendo nei calici ben venticinque anni della sua storia. Che è anche la storia del nuovo vino toscano e italiano. E un po’ anche la mia.

Fontalloro e Rancia nascono nella scia di una presa di coscienza del comparto produttivo del Chianti Classico, che a cavallo degli anni Ottanta ricerca modelli enologici più aggiornati e una sinergia più forte tra territorio e sangiovese.
Un legame che oggi appare scontato, ma al tempo ostacolato anche dallo stesso disciplinare, che prima delle modifiche del 2002 non permetteva l’utilizzo del sangiovese in purezza (fino al 1984 tagliato perfino con uve bianche), costringendo così un manipolo di produttori visionari a non rivendicare la denominazione per i propri vini o, ancora peggio, a farlo illegalmente.

Quest’ultimo è il caso del Chianti Classico Riserva Il Poggio del Castello di Monsanto di Fabrizio Bianchi, cru nato nel 1962 e ottenuto con uve 100% sangiovese dalla vendemmia 1968. A fianco de Il Poggio tanti altri ambasciatori di quegli anni meritano una citazione: il Vigorello di Enzo Morganti e Giulio Gambelli (battezzato nello stesso anno), Le Pergole Torte di Montevertine a partire dal 1977 e, a seguire, I Sodi di San Niccolò di Castellare di Castellina, il Flaccianello della Pieve di Fontodi, il Percarlo di San Giusto a Rentennano e il Cepparello di Isole e Olena.

Una schiera di vini che parlano di Chianti Classico con un linguaggio finalmente depurato dal superfluo; un linguaggio tanto condiviso quanto personale, talvolta più materico, talvolta più trasparente, in ossequio del territorio di provenienza.
Vini dissidenti, tutt’altro che apolidi, che affrontano il mercato mondiale con nuova linfa, lottando anche contro le “etichette” della stampa, che per questi vini innovativi conia uno dei neologismi più odiosi tra quelli mai accostati al vino: supertuscan, idioma anglofono e asettico, utilizzato per identificare i rossi toscani che in questo momento storico non rientrano in specifiche denominazioni di origine, a prescindere dal territorio e dai vitigni di provenienza. Un termine oggi divenuto fortunatamente anacronistico, come del resto lo sono i vini incapaci di raccontare il proprio luogo d’origine.

È in questo contesto di cambiamento, in questo focolaio di idee (qualche volta anche abortite, ma in ogni caso vitali) che nel 1983 vedono la luce Rancia e Fontalloro, le due declinazioni di sangiovese più ambiziose della Fattoria di Felsina. Il primo interamente ottenuto dall’omonimo vigneto del comune di Castelnuovo Berardenga nel Chianti Classico, e il secondo originato dall’assemblaggio di tre vigne: Fontalloro (nel comprensorio di Poggio al Sole, all’interno dei confini del Chianti Classico), Casalino e Arcidossino (nel distretto dei Colli Senesi).

Un duplice esordio che sancisce un successo immediato di critica e consumatori, che riconoscono in questi vini le due anime di Felsina, quella più boschiva del Rancia e quella più mediterranea del Fontalloro. Differenze esaltate dai suoli delle vigne, con il Rancia che sorge su galestro (soprattutto nella parte alta) e alberese, e con il Fontalloro che si sviluppa lungo il percorso erosivo del “macigno” verso le crete.

Così, se Rancia è un Sangiovese che vive di chiaroscuri, Fontalloro splende di una luce senza filtri che penetra dalle morbide crete senesi, dove gli spigoli quasi montani del versante fiorentino sono solo un ricordo e dove il peso delle argille veste i vini di maggiore materia.

È proprio quest’anima mediterranea che mi ha spinto a instaurare con il Fontalloro un rapporto privilegiato. Il Fontalloro è, in tal senso, un rosso unico, testimone di un confine geografico e geologico, amante e confidente delle annate luminose, in grado di firmare alcune delle versioni più seducenti e carnose del Sangiovese di Toscana degli ultimi trent’anni.

Versioni che si muovono a proprio agio attraverso decenni di grande cambiamento, di cui il Fontalloro si conferma un lettore autorevole, preservando coerenza stilistica e timbrica originaria. Dalle versioni più avventurose e contingentate degli anni Ottanta, a quelle della consacrazione dei Novanta, fino alla maggiore maturità e tiratura dei Duemila e alla ricerca di ariosità delle edizioni più recenti sotto la guida di Giovanni Poggiali, nipote di Giuseppe e figlio del fondatore.

Produzione attuale 40.000 bottiglie.
 
Nelle righe che seguono lascio una testimonianza dei calici e qualche nota legata all’andamento climatico.
 
90/100

FONTALLORO 2015 FATTORIA DI FELSINA

2015: A un inverno mite, con buone precipitazioni concentrate soprattutto in un novembre estremamente piovoso, succede un lungo periodo all’insegna del bel tempo e di temperature superiori alla media, che in luglio sfiorano più volte i 40°C. La vendemmia, nonostante si tratti una delle annate più calde degli ultimi anni, fa registrare un ottimo livello qualitativo e quantitativo.
Il vino contrappone al calore del millesimo una maggiore ariosità dell’impianto strutturale. Una scelta stilistica che regala eleganza e scorrevolezza, preservando il carattere solare e mediterraneo del sorso. Un nuovo corso?
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2015
90+/100

FONTALLORO 2010 FATTORIA DI FELSINA

2010: Un inverno rigido, seguito da una primavera fresca e piovosa, segnano la prima fase di un millesimo controverso almeno fino ai mesi di settembre e ottobre, caratterizzati da tempo regolare e giornate soleggiate. Un millesimo più tardivo rispetto al precedente (2009), che conserva equilibrio e longevità.
Una versione in equilibrio che riconduce senza incertezze al luogo natio. Il naso rivela un gioco di trasparenze, tra florealità, frutta delicata e note di terra bagnata. Il sorso scorre con salinità e disinvoltura. Sapore e sale si intrecciano in un finale di notevole spinta territoriale.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2010
87/100

FONTALLORO 2009 FATTORIA DI FELSINA

2009: L’inverno registra piogge abbondanti e temperature miti che si protraggono fino a un maggio particolarmente caldo. Dopo un giugno piovoso seguono mesi estivi siccitosi e un finale di stagione più altalenante, tra temperature calde e qualche pioggia.
Un naso a due marce, quella più calda del territorio e quella più fredda di un frutto che non sembra avere la compiutezza delle migliori edizioni, tradendo qualche sensazione cosmetica. Un sorso materico, saporito, eppure appena slegato nell’allungo.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2009
86/100

FONTALLORO 2008 FATTORIA DI FELSINA

2008: Un millesimo non semplice che vede il passaggio da un inverno mite a una primavera fredda e umida. L’estate porta un intenso crescendo di temperature fino alle piogge di Ferragosto. Finale di stagione più regolare per una raccolta posticipata rispetto alle due vendemmie precedenti (2007 e 2006).
Una versione meno carnosa e coinvolgente, in cui il vino perde parte del proprio abbraccio glicerico a fronte di un profilo più boschivo e qualche nota verde. La bocca mostra una tensione coerente e un tannino appena crudo. L'acidità sembra meno foderata di sapore.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2008
91/100

FONTALLORO 2007 FATTORIA DI FELSINA

2007: Un inverno più caldo che mite cede il passo a una primavera luminosa per una ripresa vegetativa alquanto anticipata. Un giugno fresco e piovoso allevia la morsa di calore prima di un’estate calda ma con buone escursioni termiche. A Felsina l’annata è di quelle da ricordare.
Un naso giovanile che conserva un frutto maturo e compatto, ma non statico. L’aria lo scolpisce svelando la luce delle colline arrotondate in cui nasce questo vino. Il sorso è materico, carnoso, accompagnato da una freschezza che non tradisce mai il proprio supporto. Allungo saporito e tannino appena ruvido che legge l’annata. Un grande Fontalloro.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2007
88/100

FONTALLORO 2006 FATTORIA DI FELSINA

2006: Tutto procede regolarmente fino a un freddo inaspettato di fine maggio e inizio giugno. L’estate riporta l’equilibrio, fino ad un agosto fresco e un settembre soleggiato e privo di intoppi che permette di raccogliere uve ricche di zuccheri. Il paragone è con le annate 1997 e 2001.
Un Fontalloro esuberante, nella materia e nel calore, che tradisce (caso raro) l’incidenza dell'elevege. L’ossigeno tende a sgranarlo leggermente. Il tannino, come spesso accade nei vini di questo millesimo, chiede spazio.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2006
89/100

FONTALLORO 2004 FATTORIA DI FELSINA

2004: Un andamento climatico equilibrato, con una primavera appena altalenante e un’estate senza picchi di calore, porta a una vendemmia a metà ottobre con un grado zuccherino delle uve controllato.
Un naso affascinante e articolato, nel quale le delicate sfumature verdi veicolano una generale sensazione balsamica e di freschezza. Il frutto è appena rarefatto, ma integro, mentre l’ossigeno accentua una sensazione di pietra umida. La bocca ricalca in parte la dinamica del 2008, ma con una maggiore eleganza e integrità. Sapore sì, ma senza strafare.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2004
90/100

FONTALLORO 2003 FATTORIA DI FELSINA

2003: In primavera (il 9 aprile) si registra una tremenda gelata, che infierisce, dopo un inverno mite, su diverse vigne aziendali, contribuendo a una riduzione delle rese. L’estate è tra le più calde mai registrate in tutta Europa: giornate che trascorrono nel calore ma soprattutto senza escursioni tra giorno e notte. Vendemmia anticipata di 15 giorni.
Un millesimo che sancisce ancora una volta il legame tra il Fontalloro e la luce. Un naso austero, compresso, ma profondo e integro nel frutto rosso e scuro. L’aria accentua una spezia dolce e un tocco di cuoio. La bocca è energica, materica, quasi fibrosa, segnata da acidità e tanto sapore. Tannino appena contratto, che chiede ancora tempo.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2003
87+/100

FONTALLORO 2001 FATTORIA DI FELSINA

2001: Un inverno che concentra il freddo in febbraio, portando neve anche a quote basse. I mesi estivi sono caratterizzati da temperature particolarmente elevate, che si protraggono fino a metà settembre con scarse precipitazioni.
Di questo millesimo abbiamo a lungo parlato qui su Enocode, con una ampia e articolata retrospettiva (leggi qui) che ha mostrato come spesso ci si trovi di fronte a vini più centometristi che maratoneti.
Il Fontalloro 2001 è, almeno in parte, in controtendenza, se non altro per lo stato evolutivo ancora vitale. Meno interessante a mio avviso, invece, la timbrica che tende ad addolcirsi con il passare delle ore a bottiglia aperta.
 
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 2001
93/100

FONTALLORO 1999 FATTORIA DI FELSINA

1999: L’inverno volge al termine con un’assenza di precipitazioni. Molto piovosi, invece, i mesi di febbraio e marzo, che anticipano una primavera mite e un’estate calda e asciutta. Qualche pioggia a inizio settembre e poi vendemmia regolare.
A mio avviso si tratta del più grande millesimo in Chianti Classico dell’ultimo trentennio.
Un naso profondo, affascinante, a tratti anche austero. L’aria ne svela la complessità e un carattere caldamente terroso. La bocca è carnosa, energica, saporita e decisa, mascolina come deve essere quella di un grande Fontalloro. Tannino maturo e di spessore.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 1999
87/100

FONTALLORO 1998 FATTORIA DI FELSINA

1998: Inverno e primavera equilibrati, sia nelle temperature, sia nelle precipitazioni. Anticipo dell’estate piovoso prima di un caldo sopra la media nella fase centrale. Settembre temperato e inizio di vendemmia ai primi di ottobre.
Quadro olfattivo stretto, ferroso, al limite dell’ematico. Il frutto non prende mai il sopravvento. Bocca segnata da una traccia acida decisa e un tannino rigido. Chiude su note grafitose.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 1998
86/100

FONTALLORO 1995 FATTORIA DI FELSINA

1995: Annata irregolare, con temperature estive basse e piogge frequenti. Dopo la prima metà di settembre il tempo è virato verso calore e siccità, rendendo necessaria un’attenta selezione in vendemmia che ha permesso di portare in cantina uve di buona qualità.
Un millesimo non semplice in Chianti Classico, dove le versioni fragili, e oramai autunnali, superano quelle ancora vitali.
Il primo vino della batteria che mostra note evolute ed un frutto meno compiuto. La bocca è stretta e appuntita in un’acidità afona. Una versione esile, che negli anni ha perso buona parte del suo fascino rarefatto.
 
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 1995
88/100

FONTALLORO 1994 FATTORIA DI FELSINA

1994: Un millesimo difficile, in cui le temperature eccezionalmente calde di luglio e agosto non trovano una reale compensazione. Vendemmia segnata dalle piogge di fine settembre.
Annata tra le più complicate degli anni Novanta, in cui la maggiore parte dei vini mostrano acidità e sapore diluito. A Felsina, Rancia e Fontalloro invertono la tendenza.
Un vino che sorprende per calore e integrità. Naso su carne e fiori, venato da una traccia minerale metallica ed ematica. Bocca vitale e saporita. Chiusura piacevole tra calore e tannino appena amaricante. L’ossigeno lo piega ma non spezza.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 1994
95/100

FONTALLORO 1990 FATTORIA DI FELSINA

1990: A un inverno senza particolari sorprese seguono una primavera ed un’estate in cui sole e precipitazioni si muovono secondo un calendario ottimale. Tutte le fasi fenologiche (gemmazione, fioritura, allegagione ed invaiatura) si sviluppano in armonia. Vendemmia che arriva nelle migliori condizioni per una qualità eccezionale.
Un’annata che rappresenta un vero spartiacque per l’enologia nazionale, inaugurando un ciclo (a maggiore frequenza) di annate calde. Quasi ovunque in Italia, e non solo, nascono vini compiuti, complessi ed armonici.
Quello nel calice è un inno alla gioia ancora prima di essere una lode al Sangiovese, un elogio a quel luogo magico che è Felsina. Un caleidoscopio di profumi vitali e pertinenti, che spaziano da un frutto rosso maturo alla terra bagnata, dalla violetta alla carne salada, dalla liquirizia al tartufo, dal muschio bianco alla china. Un naso profondo e sfaccettato, in continuo divenire. Il sorso è caldo, energico, caloroso e animato da una freschezza che pulsa sapore e sprigiona luce. Si congeda tra un tannino compiuto e una vena salina. L’abbraccio dopo una lunga attesa, quello di chi arriva e non di chi parte.
REGIONE: TOSCANA
PRODUTTORE: FATTORIA DI FELSINA
NOME: FONTALLORO
ANNO: 1990