IL VINSANTO DI ALBAROLA DELL'AZIENDA CONTE OTTO BARATTIERI
di FILIPPO APOLLINARI - 12 dicembre 2015
DENOMINAZIONE: Colli Piacenti Vin Santo
(La dicitura ALBAROLA in etichetta richiama la prima etichetta storica di questo vino conservata in azienda datata 1870).
VITIGNO: malvasia di candia aromatica 100%
PRIMA ANNATA: 1824, riportata su un caratello ancora presente nel solaio di affinamento.
PRODUZIONE ATTUALE: 800-1000 bottiglie da 0,375 e 0,500 litri.
Nemesi dei vini cult moderni, il Vin Santo di Albarola della famiglia Barattieri non è solo un vino raro e prezioso, è il nobile ambasciatore di un territorio: un vino che condensa una tradizione lunga due secoli in una mezza bottiglia di liquido onirico. Da quella che è con buona probabilità la "madre" di Vin Santo più antica d'Italia (1824), nasce questo nettare dai profumi caleidoscopici, dal sorso denso e vellutato, inebriante per sapore e bilanciamento tra zuccheri e freschezza. Un vino passito che perpetua l'arte dei vini ossidativi, frutto di tempi e gesti (ma anche gusti) avulsi alla frenesia del mondo attuale.
Il Vin Santo della famiglia Barattieri nasce da una selezione in vigna dei grappoli più spargoli di malvasia di candia aromatica, vendemmiati a piena maturazione e lasciati ad appassire nella solana fino a dicembre. La pressatura avviene con un torchio verticale in legno. Il mosto ottenuto, costituito da oltre 500 grammi di zucchero per litro, viene lasciato riposare per una trentina di giorni in una vasca di acciaio aperta, così da favorirne la naturale decantazione. Durante questa sosta si forma in superficie una pellicola che protegge il mosto dall’ambiente esterno. A questo punto il nuovo liquido è pronto per sostituire nei caratelli il Vin Santo che ha concluso il proprio riposo decennale. Il travaso di quest'ultimo non è mai totale, in quanto si preservano sul fondo del contenitore le fecce di fermentazione prodotte anno dopo anno, una poltiglia membranosa che rappresenta la memoria storica di questo vino, ovvero la “madre”. Il Vin Santo estratto dai caratelli viene imbottigliato senza aggiunta di solforosa e dopo una sosta in vetro di un anno viene commercializzato.
Albarola può essere considerato a tutti gli effetti come un vero “Grand Cru” del centro Italia. Qui si celano una cinquantina di ettari, pressoché dedicati interamente a malvasia di candia aromatica, allevati a spalliera con potatura a guyot. L’esposizione degli impianti è rivolta a est e sud-est, con altitudini che variano tra i 190 e i 260 metri/slm. Siamo nella sezione mediana della Val Nure, prima del restringimento della valle, su terreni marnosi di origina pliocenica. La tessitura è argilloso sabbiosa e argilloso limosa, con buona presenza di argille rosse e ciottoli arrotondati. La famiglia Barattieri controlla circa 36 ettari sui 50 complessivi.
(La dicitura ALBAROLA in etichetta richiama la prima etichetta storica di questo vino conservata in azienda datata 1870).
VITIGNO: malvasia di candia aromatica 100%
PRIMA ANNATA: 1824, riportata su un caratello ancora presente nel solaio di affinamento.
PRODUZIONE ATTUALE: 800-1000 bottiglie da 0,375 e 0,500 litri.
Nemesi dei vini cult moderni, il Vin Santo di Albarola della famiglia Barattieri non è solo un vino raro e prezioso, è il nobile ambasciatore di un territorio: un vino che condensa una tradizione lunga due secoli in una mezza bottiglia di liquido onirico. Da quella che è con buona probabilità la "madre" di Vin Santo più antica d'Italia (1824), nasce questo nettare dai profumi caleidoscopici, dal sorso denso e vellutato, inebriante per sapore e bilanciamento tra zuccheri e freschezza. Un vino passito che perpetua l'arte dei vini ossidativi, frutto di tempi e gesti (ma anche gusti) avulsi alla frenesia del mondo attuale.
Il Vin Santo della famiglia Barattieri nasce da una selezione in vigna dei grappoli più spargoli di malvasia di candia aromatica, vendemmiati a piena maturazione e lasciati ad appassire nella solana fino a dicembre. La pressatura avviene con un torchio verticale in legno. Il mosto ottenuto, costituito da oltre 500 grammi di zucchero per litro, viene lasciato riposare per una trentina di giorni in una vasca di acciaio aperta, così da favorirne la naturale decantazione. Durante questa sosta si forma in superficie una pellicola che protegge il mosto dall’ambiente esterno. A questo punto il nuovo liquido è pronto per sostituire nei caratelli il Vin Santo che ha concluso il proprio riposo decennale. Il travaso di quest'ultimo non è mai totale, in quanto si preservano sul fondo del contenitore le fecce di fermentazione prodotte anno dopo anno, una poltiglia membranosa che rappresenta la memoria storica di questo vino, ovvero la “madre”. Il Vin Santo estratto dai caratelli viene imbottigliato senza aggiunta di solforosa e dopo una sosta in vetro di un anno viene commercializzato.
Albarola può essere considerato a tutti gli effetti come un vero “Grand Cru” del centro Italia. Qui si celano una cinquantina di ettari, pressoché dedicati interamente a malvasia di candia aromatica, allevati a spalliera con potatura a guyot. L’esposizione degli impianti è rivolta a est e sud-est, con altitudini che variano tra i 190 e i 260 metri/slm. Siamo nella sezione mediana della Val Nure, prima del restringimento della valle, su terreni marnosi di origina pliocenica. La tessitura è argilloso sabbiosa e argilloso limosa, con buona presenza di argille rosse e ciottoli arrotondati. La famiglia Barattieri controlla circa 36 ettari sui 50 complessivi.