JERMANN, VINTAGE TUNINA IN VERTICALE - STORIA DI UN BIANCO CHE HA FATTO LA STORIA
di FABIO CASTELLUCCI - 26 ottobre 2011
Quanto è dura chiamarsi oggi Sassicaia, Tignanello o Vintage Tunina! Il masochismo che affligge il settore enoico nazionale - e con esso una parte dei suoi narratori – si palesa in diversi modi. Tra i più irritanti annovero certamente lo snobismo nei confronti delle icone che hanno costruito il successo e la credibilità della nostra produzione enologica. Se sul versante dei vini rossi il Sassicaia ne è l’esempio più fulgido, sul versante dei bianchi è impossibile non citare il Vintage Tunina.
Nato dalla genialità di Silvio Jermann, il Vintage Tunina si è dimostrato nel tempo uno scrupoloso lettore di territorio e millesimo. Un vino che racconta il Collio con autorevolezza e intensità emotiva. Si tratta di un uvaggio in cui le uve delle cinque varietà che lo compongono vengono vendemmiate nello stesso momento, presentandosi, inevitabilmente, con differenti livelli di maturazione. I vitigni coinvolti in questo pezzo di storia enologica nazionale sono sauvignon, chardonnay, ribolla gialla, malvasia istriana e picolit.
Anche se le prime sperimentazioni di Silvio risalgono ad un paio di anni prima, la prima annata commercializzata di Vintage Tunina è la 1975, con cui si è inaugurato un percorso costellato di successi che non conosce ancora sosta. Un percorso che ha portato questo vino, in più occasioni, a essere giudicato dalle principali guide italiane come il miglior vino bianco d’Italia.
Il Vintage Tunina proviene da 16 ettari di vigneto coltivati sul Ronco del Fortino, che riproducono fedelmente i 2,2 iniziali in località Villanova, a Farra d’isonzo (Go). Le viti sono allevate a spalliera con potatura a guyot; le densità di impianto si aggirano sui 6000-7000 viti per ettaro e con una resa di 40 – 60 quintali. Le uve vengono vinificate separatamente in acciaio per poi essere affinate, dalla vendemmia 2002, parzialmente in botti di rovere di grandi dimensioni. La produzione attuale si aggira sulle 65.000 bottiglie.
Il nome Tunina si riferisce alla vecchia proprietaria del terreno su cui è sito l’originario vigneto ed è dedicato all’amante più povera del Casanova, che era una governante a Venezia che per l’appunto anche lei si chiamava Tunina (Antonia).
NOME: VINTAGE TUNINA
UVAGGIO: Sauvignon, Chardonnay, Ribolla Gialla, Malvasia Istriana, Picolit
ACIDITA’ MEDIA: 5,40 ÷ 5,60 ‰
CAPACITA’ D’INVECCHIAMENTO: mediamente 7–8 anni, nelle migliori annate oltre i 10.
TERRENO: Marne prevalenti e arenarie appartenenti alla formazione flyschioide di età eocenica, caratteristiche della zona Collio con esposizione sud-ovest, nord-est.
L’AZIENDA: Jermann è la storia di una passione che arriva da molto lontano.
Anton Jermann, il fondatore, lascia la regione vinicola austriaca del Burgerland e poi le vigne in Slovenia per mettere radici in Friuli Venezia Giulia, è il 1881. Qui continua la sua attività vitivinicola, cui Silvio Jermann, grazie alla sua genialità e fantasia, dagli anni settanta dà una svolta epocale, portando l’azienda ai vertici italiani e poi mondiali del vino. Oggi l’azienda Jermann si estende su 150 ettari di cui 130 di vigneto e 20 a seminativi e orticole. La produzione annuale è di circa 900.000 bottiglie suddivise tra diversi vini monovarietali ed alcuni uvaggi.
http://www.jermann.it/
Nato dalla genialità di Silvio Jermann, il Vintage Tunina si è dimostrato nel tempo uno scrupoloso lettore di territorio e millesimo. Un vino che racconta il Collio con autorevolezza e intensità emotiva. Si tratta di un uvaggio in cui le uve delle cinque varietà che lo compongono vengono vendemmiate nello stesso momento, presentandosi, inevitabilmente, con differenti livelli di maturazione. I vitigni coinvolti in questo pezzo di storia enologica nazionale sono sauvignon, chardonnay, ribolla gialla, malvasia istriana e picolit.
Anche se le prime sperimentazioni di Silvio risalgono ad un paio di anni prima, la prima annata commercializzata di Vintage Tunina è la 1975, con cui si è inaugurato un percorso costellato di successi che non conosce ancora sosta. Un percorso che ha portato questo vino, in più occasioni, a essere giudicato dalle principali guide italiane come il miglior vino bianco d’Italia.
Il Vintage Tunina proviene da 16 ettari di vigneto coltivati sul Ronco del Fortino, che riproducono fedelmente i 2,2 iniziali in località Villanova, a Farra d’isonzo (Go). Le viti sono allevate a spalliera con potatura a guyot; le densità di impianto si aggirano sui 6000-7000 viti per ettaro e con una resa di 40 – 60 quintali. Le uve vengono vinificate separatamente in acciaio per poi essere affinate, dalla vendemmia 2002, parzialmente in botti di rovere di grandi dimensioni. La produzione attuale si aggira sulle 65.000 bottiglie.
Il nome Tunina si riferisce alla vecchia proprietaria del terreno su cui è sito l’originario vigneto ed è dedicato all’amante più povera del Casanova, che era una governante a Venezia che per l’appunto anche lei si chiamava Tunina (Antonia).
NOME: VINTAGE TUNINA
UVAGGIO: Sauvignon, Chardonnay, Ribolla Gialla, Malvasia Istriana, Picolit
ACIDITA’ MEDIA: 5,40 ÷ 5,60 ‰
CAPACITA’ D’INVECCHIAMENTO: mediamente 7–8 anni, nelle migliori annate oltre i 10.
TERRENO: Marne prevalenti e arenarie appartenenti alla formazione flyschioide di età eocenica, caratteristiche della zona Collio con esposizione sud-ovest, nord-est.
L’AZIENDA: Jermann è la storia di una passione che arriva da molto lontano.
Anton Jermann, il fondatore, lascia la regione vinicola austriaca del Burgerland e poi le vigne in Slovenia per mettere radici in Friuli Venezia Giulia, è il 1881. Qui continua la sua attività vitivinicola, cui Silvio Jermann, grazie alla sua genialità e fantasia, dagli anni settanta dà una svolta epocale, portando l’azienda ai vertici italiani e poi mondiali del vino. Oggi l’azienda Jermann si estende su 150 ettari di cui 130 di vigneto e 20 a seminativi e orticole. La produzione annuale è di circa 900.000 bottiglie suddivise tra diversi vini monovarietali ed alcuni uvaggi.
http://www.jermann.it/