LUCCHESIA, TENUTA DI VALGIANO (ENOLOGICA 2013)
di STEFANO ZAGHINI - 24 novembre 2013
Enologica 2013 è cominciata e il primo appuntamento della sezione "Are you experienced?", dedicata alle degustazioni organizzate, ci ha accompagnato nella Lucchesia, alla scoperta della TENUTA DI VALGIANO. Una storia molto significativa, capace, come poche altre nel recente panorama italiano, di trasmettere con sentimento l’unicità del suo coinvolgente territorio di appartenenza: un comprensorio collinare a ridosso dell'Appennino, con altitudini medie che si aggirano sui 250 metri/slm, in cui la luce ha un ruolo insostituibile e in cui il clima si presenta come la fusione di due correnti, quella tipicamente mediterranea (siamo poco distanti dalla costa tirrenica), con quella più continentale dell'Appennino. A Valgiano le uve non faticano a raggiungere le maturazioni polifenoliche ricercate e lo fanno nel pieno rispetto della natura, intesa come organismo vivente, nobile, supremo. E' la "terra" che conduce l’uomo verso le scelte da operare, nel solco della cultura secolare che hanno tramandato i monaci Benedettini di formazione aristotelica, che qui hanno lasciato insegnamenti raccolti con umiltà da uomini sensibili.
La Tenuta di Valgiano ha dimora in una struttura scenica e suggestiva, situata sulle colline poco lontane dal centro abitato di Lucca, acquistata nel 1993 da Moreno Petrini e Laura di Collobiano, cui va il merito di aver creduto in questo luogo. Qui hanno creato un vero e proprio ecosistema, attraverso un approccio etico e quotidiano, scevro da ogni velleità imprenditoriale e di profitto legata al mondo del "wine business". E' così che sono giunti alla produzione di vini dall’energia limpida e dal timbro autentico, profondo, di grande naturalezza, che hanno, oramai, fatto scuola in tutto il comprensorio.
Per ottenere questi risultati, Moreno e Laura, si sono avvalsi di uno staff affiatato e motivato, condotto dall’enologo Saverio Petrilli, il vero leader della squadra, che segue tutti i processi produttivi aziendali con disponibilità, competenza e apertura al confronto.
Petrilli da convinto sostenitore del pensiero biodinamico applicato alla viticoltura e il cui motto è la felice intuizione di Galileo
‘il vino è la luce del sole tenuta insieme dall’acqua’, ha fatto della Tenuta di Valgiano un esempio virtuoso di conduzione sostenibile unita a una qualità senza compromessi, nonché uno dei principali punti di riferimento a livello nazionale del cosiddetto (a volte scomodo) “vino naturale”. Un raro caso in cui il vino e il territorio s’impongono sulle varietà ampelografie utilizzate.
In Lucchesia, grazie alla "scuola" di Valgiano, altre 12 aziende si sono recentemente convertite a questo protocollo di coltivazione e vinificazione. Lo sforzo straordinario che compie la squadra di Valgiano, per non interferire con ciò che la natura dona alle uve aziendali, si concretizza in una conduzione agricola che permette di entrare in stretto rapporto simbiotico con il territorio, mettendone a nudo personalità e carattere primordiale, nel rispetto delle diverse annate, sempre magistralmente interpretate e mai forzate dalla mano dell'uomo.
Una volontà nobile, rischiosa, ma dal valore empirico inestimabile, testimoniata con chiarezza dal responso della degustazione che segue, sia per il TENUTA DI VALGIANO, il primo vino aziendale, sia per il PALISTORTI, il secondo vino.
I vecchi vigneti della Tenuta di Valgiano, per un totale di circa 12 ettari, sono situati nella zona sottostante il Monte Pizzorne, in una terrazza di scarsa pendenza. Questi terreni si presentano ricchi di scheletro, composti prevalentemente da marne calcaree (conosciute in loco come "alberese"), a cui si interfacciano suoli alluvionali, di origine arenacea. A questi vigneti si sono aggiunti, nel 2005, ulteriori 11 ettari in affitto in località Camigliano. Le forme di allevamento utilizzate sono quella a spalliera con potatura a guyot e un cordone speronato gestito quasi come un alberello.
FILOSOFIA E VINI
Le fasi di vinificazione sono improntate al minimo intervento, coerentemente con la naturalezza dell’approccio biodinamico, sia nell’utilizzo del sovescio, sia nell’uso di solo fitofarmaci a base di zolfo e rame.
Il diserbo, quando praticato, è comunque sempre di tipo meccanico.
Dopo un'accurata selezione delle uve, la prima pigiatura è svolta con i piedi, poi segue la fermentazione in tini di legno tronco-conici, con utilizzo di soli lieviti indigeni; infine la svinatura e il trasferimento del vino in barrique per gravità.
Già la veste grafica dell’etichetta del TENUTA DI VALGIANO, pulita ed essenziale, ci descrive la ricercata essenzialità espressiva di questo vino, ben emersa nella verticale proposta a Enologica.
Al netto delle diverse annate, nei vini degustati, si evidenzia una capacità e una sensibilità molto vicina al “savoir faire” francese di scuola bordolese, palesata nell'adeguamento delle percentuali dei vitigni, che concorrono alla formazione di entrambi i vini, secondo le esigenze dell’annata. Il protagonista è il sangiovese, accompagnato da due vitigni internazionali come syrah e merlot, che qui hanno trovato un habitat ideale, con cui sono entrati in una simbiosi perfetta. Un’alchimia che esalta il territorio senza alcuna disarmonia, senza alcuna prevaricazione. Così nascono vini austeri, dall’intrigante spettro olfattivo, sempre sul filo della riduzione, dal profilo scuro di frutto-spezia, con un timbro gustativo profondo e verticale, in genere segnato da un'elevata acidità tartarica e dal tono territoriale lievemente terroso-fumè. Il Tenuta di Valgiano è geralmente composto da sangiovese (65%), syrah (20%) e merlot (15%). Viene vinificato in legno e maturato per 15 mesi in barrique. Numero di bottiglie prodotte annualmente: 7000/8000.
La Tenuta di Valgiano ha dimora in una struttura scenica e suggestiva, situata sulle colline poco lontane dal centro abitato di Lucca, acquistata nel 1993 da Moreno Petrini e Laura di Collobiano, cui va il merito di aver creduto in questo luogo. Qui hanno creato un vero e proprio ecosistema, attraverso un approccio etico e quotidiano, scevro da ogni velleità imprenditoriale e di profitto legata al mondo del "wine business". E' così che sono giunti alla produzione di vini dall’energia limpida e dal timbro autentico, profondo, di grande naturalezza, che hanno, oramai, fatto scuola in tutto il comprensorio.
Per ottenere questi risultati, Moreno e Laura, si sono avvalsi di uno staff affiatato e motivato, condotto dall’enologo Saverio Petrilli, il vero leader della squadra, che segue tutti i processi produttivi aziendali con disponibilità, competenza e apertura al confronto.
Petrilli da convinto sostenitore del pensiero biodinamico applicato alla viticoltura e il cui motto è la felice intuizione di Galileo
‘il vino è la luce del sole tenuta insieme dall’acqua’, ha fatto della Tenuta di Valgiano un esempio virtuoso di conduzione sostenibile unita a una qualità senza compromessi, nonché uno dei principali punti di riferimento a livello nazionale del cosiddetto (a volte scomodo) “vino naturale”. Un raro caso in cui il vino e il territorio s’impongono sulle varietà ampelografie utilizzate.
In Lucchesia, grazie alla "scuola" di Valgiano, altre 12 aziende si sono recentemente convertite a questo protocollo di coltivazione e vinificazione. Lo sforzo straordinario che compie la squadra di Valgiano, per non interferire con ciò che la natura dona alle uve aziendali, si concretizza in una conduzione agricola che permette di entrare in stretto rapporto simbiotico con il territorio, mettendone a nudo personalità e carattere primordiale, nel rispetto delle diverse annate, sempre magistralmente interpretate e mai forzate dalla mano dell'uomo.
Una volontà nobile, rischiosa, ma dal valore empirico inestimabile, testimoniata con chiarezza dal responso della degustazione che segue, sia per il TENUTA DI VALGIANO, il primo vino aziendale, sia per il PALISTORTI, il secondo vino.
I vecchi vigneti della Tenuta di Valgiano, per un totale di circa 12 ettari, sono situati nella zona sottostante il Monte Pizzorne, in una terrazza di scarsa pendenza. Questi terreni si presentano ricchi di scheletro, composti prevalentemente da marne calcaree (conosciute in loco come "alberese"), a cui si interfacciano suoli alluvionali, di origine arenacea. A questi vigneti si sono aggiunti, nel 2005, ulteriori 11 ettari in affitto in località Camigliano. Le forme di allevamento utilizzate sono quella a spalliera con potatura a guyot e un cordone speronato gestito quasi come un alberello.
FILOSOFIA E VINI
Le fasi di vinificazione sono improntate al minimo intervento, coerentemente con la naturalezza dell’approccio biodinamico, sia nell’utilizzo del sovescio, sia nell’uso di solo fitofarmaci a base di zolfo e rame.
Il diserbo, quando praticato, è comunque sempre di tipo meccanico.
Dopo un'accurata selezione delle uve, la prima pigiatura è svolta con i piedi, poi segue la fermentazione in tini di legno tronco-conici, con utilizzo di soli lieviti indigeni; infine la svinatura e il trasferimento del vino in barrique per gravità.
Già la veste grafica dell’etichetta del TENUTA DI VALGIANO, pulita ed essenziale, ci descrive la ricercata essenzialità espressiva di questo vino, ben emersa nella verticale proposta a Enologica.
Al netto delle diverse annate, nei vini degustati, si evidenzia una capacità e una sensibilità molto vicina al “savoir faire” francese di scuola bordolese, palesata nell'adeguamento delle percentuali dei vitigni, che concorrono alla formazione di entrambi i vini, secondo le esigenze dell’annata. Il protagonista è il sangiovese, accompagnato da due vitigni internazionali come syrah e merlot, che qui hanno trovato un habitat ideale, con cui sono entrati in una simbiosi perfetta. Un’alchimia che esalta il territorio senza alcuna disarmonia, senza alcuna prevaricazione. Così nascono vini austeri, dall’intrigante spettro olfattivo, sempre sul filo della riduzione, dal profilo scuro di frutto-spezia, con un timbro gustativo profondo e verticale, in genere segnato da un'elevata acidità tartarica e dal tono territoriale lievemente terroso-fumè. Il Tenuta di Valgiano è geralmente composto da sangiovese (65%), syrah (20%) e merlot (15%). Viene vinificato in legno e maturato per 15 mesi in barrique. Numero di bottiglie prodotte annualmente: 7000/8000.