TIGNANELLO IN VERTICALE - TENUTA TIGNANELLO -TOSCANA
di ANDREA BRAVACCINI - 31 marzo 2014
Nato e cresciuto nell’omonima tenuta, tra le valli percorse dai corsi d’acqua Greve e Pesa, il Tignanello vede la luce col millesimo 1970, etichettato per la prima volta come Chianti Classico Riserva “Vigneto Tignanello”.
La spinta è ovviamente di Piero Antinori, che nei diversi viaggi a Bordeaux svolti durante gli anni sessanta, riscontra alcune importanti affinità tra i ciottoli - chiamati in loco “caillou” - che affollano alcuni dei migliori vigneti di Medoc e Graves e lo scheletro calcareo presente nelle sue vigne chiantigiane.Inizia, così, un lavoro certosino per concentrare in superfice le pietre che nascono dagli scassi, profondi nei nuovi vigneti anche oltre i 150 cm, con lo scopo di rendere più teneri e drenanti i terreni e aumentare la rifrazione della luce solare con effetti benefici sulla maturazione delle uve.
Nelle vigne meno sassose viene piantumato il sangiovese, mentre nelle vigne più sassose viene piantumato il cabernet sauvignon. Contestualmente le vigne vengono notevolmente abbassate, le densità d’impianto infittite e le rese ridotte drasticamente.
Come se non bastasse, con lo stupore dei colleghi produttori, i circa 57 ettari della tenuta vengono suddivisi in singole parcelle, all’interno delle quali vengono isolate e certificate tutte le varietà presenti, a bacca bianca e a bacca rossa, precedentemente convogliate in un unico vino.
A dirigere tutte le operazioni per la realizzazione di questo progetto, dal valore assolutamente pionieristico (perché di questo si tratta), c’è Giacomo Tachis, in quegli anni enologo di casa Antinori, il quale qualche anno prima, nel 1967, aveva “debuttato” nel territorio bolgherese con quello che sarebbe divenuto a breve un vero vino “cult” a livello mondiale: il Sassicaia.
Anche la vinificazione e l’affinamento risultano pioneristici: la vinificazione è suddivisa per parcella, mentre per l’affinamento vengono scelte barrique francesi, in cui il vino sosta per circa 12 mesi.
Prima della commercializzazione il vino viene fatto riposare per altri 12 mesi in bottiglia.
L’obiettivo è chiarissimo: produrre un vino che incarni tutta la toscanità, che rifletta l’energia nobile del cabernet sauvignon, ma che conservi la vibrazione del sangiovese.
Nel 1971 il Tignanello si presenta sul mercato come vino da tavola, svincolato, come lo è stato di lì in avanti, dalla denominazione che ne aveva segnato l’esordio l’anno precedente; un percorso volto a rivendicare una propria autonomia concettuale, lontana dai precari equilibri del Chianti Classico, di cui incarna solo i lati positivi.
UVAGGIO: sangiovese 80%, cabernet sauvignon 15% e cabernet franc 5%
ESORDIO: 1970 come Chianti Classico, 1971 come vino da tavola (oggi come Toscana IGT).
ANNATE NON PRODOTTE: 1972,1973,1974,1976,1984,1992 e 2002
PRODUZIONE ANNUALE: 300.000-350.000 bottiglie