VIGNA RIONDA, L'AUSTERA TENACIA DEL BAROLO
di FILIPPO APOLLINARI - 05 giugno 2016
Animato dalla volontà di capire se le gerarchie di Langa, stilate da storia e aneddotica, siano ancora attuali, ho intrapreso un viaggio alla scoperta di quelle vigne che, se non altro per il loro potere evocativo, hanno fissato i punti cardinali dei comprensori di Barolo e Barbaresco.
Un viaggio, che racconterò a più riprese su Enocode, inaugurato dalla sosta nella Vigna Rionda, il celebre Grand Cru di Serralunga d’Alba - anche se oggi risulta più corretto parlare di "menzione" - che meglio di ogni altro guida l’orientamento nel comprensorio del Barolo.
La Vigna Rionda o Vignarionda (in passato nota anche come Vigna Riunda, Arionda o Rotonda, per la forma arrotondata della collina che la ospita) si trova nel cuore del versante occidentale della scenografica dorsale collinare del comune di Serralunga d’Alba: una vigna già conosciuta e apprezzata nel 1879, come dimostrato dall’Inchiesta Agraria sulla fabbricazione del vino nelle Langhe eseguita dallo studioso monfortese Giovanni Gagna.
Una notorietà che si è consolidata sensibilmente con il passare dei decenni e che già negli anni Sessanta, quando il Barolo era ancora prevalentemente un vino d’assemblaggio, veniva sottolineata sia dal prezzo delle sue uve (sempre più caro rispetto a quelle delle altre vigne del comune), sia dalle preferenze dei mediatori e dei commercianti dell’epoca. Ed è proprio merito di un produttore dalla classe sopraffina come Bruno Giacosa, il più preparato tra i négociant di Langa, se questa vigna sul finire degli anni Sessanta era già conosciuta oltre i confini nazionali.
IL TERRENO DELLA VIGNA RIONDA
L’aspetto ricorrente dei terreni langaroli, contraddistinti da tre formazioni principali che si alternano anche all’interno della stessa dorsale, è rappresentato dall’alto tenore calcareo, a cui si deve un pH alcalino compreso tra 7,9 e 8. La matrice dominate del comune di Serralunga d’Alba è riconducibile alla “Formazione di Lequio”, costituita da sabbie arenacee di colore giallo-rossastro (se in presenza di carbonato di calcio e/o ferro), spesso con laminazione parallela e ondulata in strati da 10 a 50 cm, alternate a marne siltose grigie e azzurrognole in strati da 5 a 40 cm. Una formazione che domina praticamente tutto il comune, con l’eccezione dell’area che interessa i Cru Prapò e Cerretta, poggiati sulle “Arenarie di Diano”, e l’estremità settentrionale del comune, quella di Fontanafredda, Carpegna e Sorano, che poggiano sulle “Marne di Sant’Agata”. In questo contesto, il suolo della Vigna Rionda rivela una supremazia rispetto alle altre vigne del comprensorio sia per quanto riguarda il calcare attivo (con una percentuale del 13,58% contro, ad esempio, l’11,68% delle Brunate o l’8,60% dei Cannubi), sia per quanto riguarda il calcare totale (con una percentuale del 31,68% contro il 23,72% della Bussia o il 24,38% dell’Annunziata). Particolarmente elevati, rispetto alla media, anche i livelli di elementi minerali quali boro, ferro e rame.
I VINI DELLA VIGNA RIONDA
Il primo produttore che ha contribuito a sdoganare oltre i confini nazionali il valore dei vini provenienti dalla Vigna Rionda è stato Bruno Giacosa, uno dei più valorosi produttori di Langa (e non solo) che non si è mai limitato a produrre vini dalle sole uve di proprietà. Bruno Giacosa ha prodotto questo vino tra il 1967 e il 1993 con le uve acquistate dalla famiglia Canale.
L’esposizione particolarmente favorevole (quasi sempre sud sud-ovest, ad eccezione della parcella a pieno ovest nell’estremità occidentale del Cru), la posizione isolata da altre menzioni e la protezione ricevuta dalle colline di Perno e Castelletto sono elementi che rendono la Vigna Rionda una vigna particolarmente assolata. Una caratteristica che contribuisce alla creazione di Barolo austeri e longevi, con una naturale propensione alla concentrazione che spesso sfocia in strutture imponenti, dotate di una trama tannica di spessore e intransigente. Sensibilità in vigna e “leggerezza di mano” in cantina sono doti che contribuiscono a conferire a questi Barolo verticalità ed eleganza, soprattutto nelle annate più calde (ahimè sempre più frequenti), quando i Vigna Rionda rischiano di perdere qualche punto in termini di accessibilità e distensione. Quello della Vigna Rionda è un Barolo estremamente lento a maturare e spesso poco loquace nei primi anni di vita. Con il tempo evolve, almeno nelle migliori edizioni, in un vino ai vertici della produzione mondiale, in grado come pochi altri di coniugare densità e eleganza. Come scritto a più riprese da Alessandro Masnaghetti, i Barolo di questa menzione sono, per la loro grande personalità, dei Vigna Rionda prima ancora che essere Barolo di Serralunga.
PARCELLE, PROPRIETARI ED ETICHETTE
La Vigna Rionda, suddivisa in una ventina di parcelle, è in mano attualmente a 10 proprietari, 6 dei quali stanno imbottigliando singolarmente il Cru rivendicandone l’origine in etichetta: Massolino, Oddero Poderi e Cantine, Luigi Pira, Vigneti Luigi Oddero e Figli, Giacomo Anselma e Giovanni Rosso. A questi si aggiungeranno, presumibilmente a partire dalla vendemmia 2014, Guido Porro e Ettore Germano. Completano il quadro due piccole parcelle in possesso di un conferitore della cantina sociale Terre del Barolo (che destina le uve alla produzione di un Barolo “Classico”) e di una famiglia di privati.
Con la morte di Tommaso Canale, avvenuta nel dicembre del 2010, e la successiva spartizione dell’eredità (circa 1,64 ettari nel cuore del segmento esposto a sud sud-ovest della menzione), il Vigna Rionda ha assunto un assetto pressoché definitivo. Allo stato attuale, fatta eccezione per una piccola parcella di poco più di 0,2 ettari in mano a privati, l’intera menzione è ora nel carnet di aziende che difficilmente sceglieranno di non vinificare le uve di proprietà e ancora più difficilmente sceglieranno di vendere porzioni di vigneto.
MGA: VIGNA RIONDA
I PROTAGONISTI DI OGGI E DI DOMANI
ODDERO PODERI E CANTINE – E’ una delle due realtà nata dalla scissione dell’azienda dei fratelli Giacomo e Luigi Oddero, uniti fino al 2005 nell’azienda di famiglia “Oddero dei fratelli Oddero”. Al timone c’è la cortese e scrupolosa Mariacristina, figlia di Giacomo, in possesso di una laurea alla facoltà di Agraria e una specializzazione in viticoltura, ma soprattutto legata indissolubilmente alla propria terra. Mariacristina, oltre al Vigna Rionda, vinifica menzioni (MGA) del calibro di Bussia, Rocche di Castiglione, Villero e Brunate. La sua porzione di Vigna Rionda si trova nell’estremità orientale del Cru, nella sezione di vigna più vicina alla dorsale. Si tratta di un ettaro, 0,8 dei quali coltivati a nebbiolo da Barolo, esposto tra sud e sud ovest. L’impianto, orientato a girapoggio, risale al 1966, ad eccezione di 11 filari (550 ceppi) nella parte più bassa della vigna che risalgono al 2007. Con l’annata 2006 – la prima curata interamente da Mariacristina – si è scelto per il Vigna Rionda di uscire sul mercato solamente dopo una sosta di 10 anni in cantina. Il 2006 uscirà pertanto nel 2017.
VIGNETI LUIGI ODDERO E FIGLI – E’ la seconda realtà nata dalla scissione dell’azienda “Oddero dei fratelli Oddero”. Successivamente alla scomparsa di Luigi Oddero, avvenuta nell’aprile del 2010, la responsabilità gestionale è passata nelle mani della moglie Lena Gavrilova, che si avvale di alcuni fidati consulenti sia per la conduzione della cantina, sia per le questioni commerciali. L’azienda possiede 32 ettari vitati, dai quali produce ogni anno circa 110.000 bottiglie. La punta di diamante dell’azienda è sicuramente la proprietà nella Vigna Rionda: 8.000 metri quadrati, adiacenti a quelli di Mariacristina Oddero, distribuiti in un’unica parcella che copre verticalmente l’intera pendenza del crinale. L’impianto, orientato a girapoggio, risale parzialmente al 1966 e parzialmente al 1986. L’esposizione è tra sud e sud-ovest.
GIOVANNI ROSSO - Davide Rosso, classe 1973, è un personaggio sicuramente fuori dagli schemi convenzionali, a dir poco originale. Dopo qualche esperienza lavorativa in Borgogna, alla fine degli anni Novanta ha scelto di rientrare in Italia per dedicarsi anima e corpo all'azienda di famiglia, fino ad allora concentrata esclusivamente sulla coltivazione e vendita delle uve di proprietà. Con il suo arrivo l'azienda, intitolata al padre Giovanni, ha assunto un'autonomia produttiva che oggi si esalta nella realizzazione di tre Barolo di Serralunga: La Serra, Cerretta e Vigna Rionda. Quest’ultima proprietà deriva dall’eredità della famiglia Canale, una striscia verticale di circa 0,8 ettari, esposta a sud sud-ovest, che copre l’intera pendenza della vigna. L’impianto originario, risalente al 1966, è stato rifatto nel 2011, ad eccezione di alcuni filari nella parte alta del vigneto che hanno permesso di ottenere, con l’annata 2011, il primo Vigna Rionda vinificato e affinato interamente da Davide. I Vigna Rionda 2007, 2008, e 2009, commercializzati dalla famiglia Rosso, sono stati vinificati da Tommaso Canale.
ETTORE GERMANO – Sergio Germano, a capo dell’azienda intitolata al padre, è uno dei produttori più diretti ed eclettici con i quali mi sia capitato di colloquiare di recente. Le sue parole sono schiette, le sue idee pragmatiche e i suoi vini concreti. Oggi Sergio gestisce 18 ettari di vigna, una decina dei quali a Serralunga (dove annovera Cru come Cerretta, Prapò e Lazzarito) e circa 8 a Cigliè, in Alta Langa, dove produce buone bollicine e il miglior Riesling italiano, l’Hérzu. Dalla vendemmia 2014, in seguito alla morte di Tommaso Canale, il suo patrimonio viticolo si è arricchito di una porzione di 0,42 ettari nella Vigna Rionda. Questa porzione si trova nella sezione più alta del crinale, nel settore centrale della vigna, con un’esposizione a sud-sud-ovest. L’impianto è stato completamente rifatto nel 2011 e per questo la sua prima versione di Vigna Rionda non uscirà prima del 2018.
GUIDO PORRO - A metà degli anni Novanta Guido Porro, nipote dell'omonimo fondatore, assume il controllo dell’azienda di famiglia e intraprende immediatamente un processo di conversione della produzione interna, invertendo le percentuali di commercializzazione di vino sfuso e di vino in bottiglia, con quest'ultimo che attualmente è arrivato a coprire il 95% del totale. Una produzione che si è progressivamente raffinata e che oggi può competere con le migliori espressioni langarole. L'azienda Porro è storicamente legata a uno dei Cru più prestigiosi di Serralunga, il Lazzarito, all’interno del quale può vantare la proprietà in monopolio di due parcelle, quali Lazzeirasco e Santa Caterina. Guido Porro, con Davide Rosso e Sergio Germano, chiude il terzetto di produttori che si sono spartiti l’eredità di Tommaso Canale nella Vigna Rionda. A lui è spettata la porzione di 0,42 ettari, contigua a quella di Sergio Germano, nella sezione inferiore del costa. L’impianto è stato completamente rifatto nel 2011 e la sua prima versione di Vigna Rionda uscirà nel 2018 con il millesimo 2014.
GIACOMO ANSELMA – Franco Anselma, classe 1958, è un uomo schivo e poco loquace, almeno finché non scorge nel proprio interlocutore un amore disinteressato per la sua terra. Con lui l’azienda Anselma, giunta alla quarta generazione, prosegue nel solco della tradizione una storia iniziata sul finire del XIX secolo come mediatori di uve: “Già mio padre, Felice Anselma, e poi io, abbiamo sempre fatto i mediatori di uve in questa zona” (Giaculin Anselma, padre di Franco, classe 1915). Oggi Franco, che continua ad acquistare uve in base alle necessità, possiede 3 ettari di vigna, con porzioni significative nella Vigna Rionda e nel Collaretto. Nella Vigna Rionda la famiglia Anselma possiede una parcella di 0,5 ettari nel cuore del segmento esposto a sud sud-ovest, con orientamento dei filari a girapoggio. L’acquisto di questa parcella risale in parte agli anni Venti e in parte ai primi anni Novanta, anni in cui l’impianto è stato completamente rifatto. La produzione annuale del Vigna Rionda di Anselma si attesta sulle 3.500 bottiglie.
VIGNA RIONDA DEI F.LLI MASSOLINO - L’azienda agricola Massolino affonda le proprie origini nel lontano 1896, quando Giovanni Massolino crea la “classica” fattoria langarola, incentrata su allevamento, coltivazione di varietà ortofrutticole e produzione di vino sfuso. Il legame con il vino di qualità si rafforza progressivamente con il passare dei decenni, scanditi dall’acquisto di parcelle in Cru come Parafada (1957) e Vigna Rionda (1960). Ogni generazione apporta il proprio contributo, Giuseppe Massolino prima, Renato e Giovanni poi. Ma è in particolare con quest’ultima generazione, quella di Franco e Roberto, che l’azienda è entrata nel novero delle più luminose realtà langarole. Il Vigna Rionda della famiglia Massolino, prodotto per la prima volta nel 1982, nasce da circa 2,3 ettari (sui tre totali nella vigna) posti nella sezione centro-occidentale della menzione. Gli impianti, orientati a girapoggio, sono datati 1965, 1985 e 2004. L’esposizione delle piante varia da sud sud-ovest a ovest sud-ovest nella parcelle che accompagnano la curva della collina verso nord.
PIRA LUIGI – Gianpaolo Pira è un uomo così schietto da apparire, in qualche circostanza, perfino ruvido; le sue parole sono cariche di quell’energia e quella fierezza di chi la terra la lavora per davvero. A lui va il merito di avere trasformato, nei primi anni Novanta, l’azienda di famiglia - dedita fino a quel momento alla sola coltivazione e vendita di uve - in una realtà produttiva consolidata. L’azienda Pira Luigi attualmente possiede 12 ettari, di cui 2 a Roddino, dove ricava le uve per la Barbera d’Alba, e 10 a Serralunga, comune nel quale detiene appezzamenti in Cru dal valore storico come Marenca, Margheria e, ovviamente, Vigna Rionda. Nella Vigna Rionda possiede una parcella di 1 ettaro nella porzione di vigna che guarda Monforte, con esposizione a pieno ovest. L’impianto risale al biennio 1993-1994 e presenta un orientamento dei filari a rittochino. La prima annata prodotta di questo Barolo è la 1997. La produzione annuale di questo vino si attesta sulle 4.500 bottiglie.
LA DEGUSTAZIONE
Nelle righe che seguono riporto le note di degustazione dei Vigna Rionda presentati nel corso del 2015 sul mercato. Si tratta di una panoramica esaustiva, che coinvolge due differenti millesimi (2009 e 2011), nel rispetto dei tempi e della tipologia (Classico o Riserva) che ciascun produttore prevede per il proprio vino. Per non creare storture ho preferito tralasciare le note ufficiose del vibrante assaggio in anteprima del Vigna Rionda 2006 di Mariacristina Oddero, eseguito di recente in azienda, e in uscita sul mercato solo il prossimo anno.
Un viaggio, che racconterò a più riprese su Enocode, inaugurato dalla sosta nella Vigna Rionda, il celebre Grand Cru di Serralunga d’Alba - anche se oggi risulta più corretto parlare di "menzione" - che meglio di ogni altro guida l’orientamento nel comprensorio del Barolo.
La Vigna Rionda o Vignarionda (in passato nota anche come Vigna Riunda, Arionda o Rotonda, per la forma arrotondata della collina che la ospita) si trova nel cuore del versante occidentale della scenografica dorsale collinare del comune di Serralunga d’Alba: una vigna già conosciuta e apprezzata nel 1879, come dimostrato dall’Inchiesta Agraria sulla fabbricazione del vino nelle Langhe eseguita dallo studioso monfortese Giovanni Gagna.
Una notorietà che si è consolidata sensibilmente con il passare dei decenni e che già negli anni Sessanta, quando il Barolo era ancora prevalentemente un vino d’assemblaggio, veniva sottolineata sia dal prezzo delle sue uve (sempre più caro rispetto a quelle delle altre vigne del comune), sia dalle preferenze dei mediatori e dei commercianti dell’epoca. Ed è proprio merito di un produttore dalla classe sopraffina come Bruno Giacosa, il più preparato tra i négociant di Langa, se questa vigna sul finire degli anni Sessanta era già conosciuta oltre i confini nazionali.
IL TERRENO DELLA VIGNA RIONDA
L’aspetto ricorrente dei terreni langaroli, contraddistinti da tre formazioni principali che si alternano anche all’interno della stessa dorsale, è rappresentato dall’alto tenore calcareo, a cui si deve un pH alcalino compreso tra 7,9 e 8. La matrice dominate del comune di Serralunga d’Alba è riconducibile alla “Formazione di Lequio”, costituita da sabbie arenacee di colore giallo-rossastro (se in presenza di carbonato di calcio e/o ferro), spesso con laminazione parallela e ondulata in strati da 10 a 50 cm, alternate a marne siltose grigie e azzurrognole in strati da 5 a 40 cm. Una formazione che domina praticamente tutto il comune, con l’eccezione dell’area che interessa i Cru Prapò e Cerretta, poggiati sulle “Arenarie di Diano”, e l’estremità settentrionale del comune, quella di Fontanafredda, Carpegna e Sorano, che poggiano sulle “Marne di Sant’Agata”. In questo contesto, il suolo della Vigna Rionda rivela una supremazia rispetto alle altre vigne del comprensorio sia per quanto riguarda il calcare attivo (con una percentuale del 13,58% contro, ad esempio, l’11,68% delle Brunate o l’8,60% dei Cannubi), sia per quanto riguarda il calcare totale (con una percentuale del 31,68% contro il 23,72% della Bussia o il 24,38% dell’Annunziata). Particolarmente elevati, rispetto alla media, anche i livelli di elementi minerali quali boro, ferro e rame.
I VINI DELLA VIGNA RIONDA
Il primo produttore che ha contribuito a sdoganare oltre i confini nazionali il valore dei vini provenienti dalla Vigna Rionda è stato Bruno Giacosa, uno dei più valorosi produttori di Langa (e non solo) che non si è mai limitato a produrre vini dalle sole uve di proprietà. Bruno Giacosa ha prodotto questo vino tra il 1967 e il 1993 con le uve acquistate dalla famiglia Canale.
L’esposizione particolarmente favorevole (quasi sempre sud sud-ovest, ad eccezione della parcella a pieno ovest nell’estremità occidentale del Cru), la posizione isolata da altre menzioni e la protezione ricevuta dalle colline di Perno e Castelletto sono elementi che rendono la Vigna Rionda una vigna particolarmente assolata. Una caratteristica che contribuisce alla creazione di Barolo austeri e longevi, con una naturale propensione alla concentrazione che spesso sfocia in strutture imponenti, dotate di una trama tannica di spessore e intransigente. Sensibilità in vigna e “leggerezza di mano” in cantina sono doti che contribuiscono a conferire a questi Barolo verticalità ed eleganza, soprattutto nelle annate più calde (ahimè sempre più frequenti), quando i Vigna Rionda rischiano di perdere qualche punto in termini di accessibilità e distensione. Quello della Vigna Rionda è un Barolo estremamente lento a maturare e spesso poco loquace nei primi anni di vita. Con il tempo evolve, almeno nelle migliori edizioni, in un vino ai vertici della produzione mondiale, in grado come pochi altri di coniugare densità e eleganza. Come scritto a più riprese da Alessandro Masnaghetti, i Barolo di questa menzione sono, per la loro grande personalità, dei Vigna Rionda prima ancora che essere Barolo di Serralunga.
PARCELLE, PROPRIETARI ED ETICHETTE
La Vigna Rionda, suddivisa in una ventina di parcelle, è in mano attualmente a 10 proprietari, 6 dei quali stanno imbottigliando singolarmente il Cru rivendicandone l’origine in etichetta: Massolino, Oddero Poderi e Cantine, Luigi Pira, Vigneti Luigi Oddero e Figli, Giacomo Anselma e Giovanni Rosso. A questi si aggiungeranno, presumibilmente a partire dalla vendemmia 2014, Guido Porro e Ettore Germano. Completano il quadro due piccole parcelle in possesso di un conferitore della cantina sociale Terre del Barolo (che destina le uve alla produzione di un Barolo “Classico”) e di una famiglia di privati.
Con la morte di Tommaso Canale, avvenuta nel dicembre del 2010, e la successiva spartizione dell’eredità (circa 1,64 ettari nel cuore del segmento esposto a sud sud-ovest della menzione), il Vigna Rionda ha assunto un assetto pressoché definitivo. Allo stato attuale, fatta eccezione per una piccola parcella di poco più di 0,2 ettari in mano a privati, l’intera menzione è ora nel carnet di aziende che difficilmente sceglieranno di non vinificare le uve di proprietà e ancora più difficilmente sceglieranno di vendere porzioni di vigneto.
MGA: VIGNA RIONDA
COMUNE: SERRALUNGA D’ALBA
SUPERFICIE TOTALE: 10,24 ETTARI*
ALTITUDINE: 250-360 M/SLM
(nebbiolo 86%, barbera 3%, dolcetto 4%, Langhe Rosso e Bianco 7%)*
TERRENO: Formazione di Lequio, risalente all’Elveziano nel Miocene. Sabbia arenacea, giallo-rossastra, grigiastra in superficie, a laminazione parallela e ondulata, strati da 10 a 50 cm; alternata a marne grigie in strati da 5 a 40 cm.
* Dati estrapolati da "BAROLO MGA" di Alessandro Masnaghetti.
SUPERFICIE TOTALE: 10,24 ETTARI*
ALTITUDINE: 250-360 M/SLM
(nebbiolo 86%, barbera 3%, dolcetto 4%, Langhe Rosso e Bianco 7%)*
TERRENO: Formazione di Lequio, risalente all’Elveziano nel Miocene. Sabbia arenacea, giallo-rossastra, grigiastra in superficie, a laminazione parallela e ondulata, strati da 10 a 50 cm; alternata a marne grigie in strati da 5 a 40 cm.
* Dati estrapolati da "BAROLO MGA" di Alessandro Masnaghetti.
I PROTAGONISTI DI OGGI E DI DOMANI
ODDERO PODERI E CANTINE – E’ una delle due realtà nata dalla scissione dell’azienda dei fratelli Giacomo e Luigi Oddero, uniti fino al 2005 nell’azienda di famiglia “Oddero dei fratelli Oddero”. Al timone c’è la cortese e scrupolosa Mariacristina, figlia di Giacomo, in possesso di una laurea alla facoltà di Agraria e una specializzazione in viticoltura, ma soprattutto legata indissolubilmente alla propria terra. Mariacristina, oltre al Vigna Rionda, vinifica menzioni (MGA) del calibro di Bussia, Rocche di Castiglione, Villero e Brunate. La sua porzione di Vigna Rionda si trova nell’estremità orientale del Cru, nella sezione di vigna più vicina alla dorsale. Si tratta di un ettaro, 0,8 dei quali coltivati a nebbiolo da Barolo, esposto tra sud e sud ovest. L’impianto, orientato a girapoggio, risale al 1966, ad eccezione di 11 filari (550 ceppi) nella parte più bassa della vigna che risalgono al 2007. Con l’annata 2006 – la prima curata interamente da Mariacristina – si è scelto per il Vigna Rionda di uscire sul mercato solamente dopo una sosta di 10 anni in cantina. Il 2006 uscirà pertanto nel 2017.
VIGNETI LUIGI ODDERO E FIGLI – E’ la seconda realtà nata dalla scissione dell’azienda “Oddero dei fratelli Oddero”. Successivamente alla scomparsa di Luigi Oddero, avvenuta nell’aprile del 2010, la responsabilità gestionale è passata nelle mani della moglie Lena Gavrilova, che si avvale di alcuni fidati consulenti sia per la conduzione della cantina, sia per le questioni commerciali. L’azienda possiede 32 ettari vitati, dai quali produce ogni anno circa 110.000 bottiglie. La punta di diamante dell’azienda è sicuramente la proprietà nella Vigna Rionda: 8.000 metri quadrati, adiacenti a quelli di Mariacristina Oddero, distribuiti in un’unica parcella che copre verticalmente l’intera pendenza del crinale. L’impianto, orientato a girapoggio, risale parzialmente al 1966 e parzialmente al 1986. L’esposizione è tra sud e sud-ovest.
GIOVANNI ROSSO - Davide Rosso, classe 1973, è un personaggio sicuramente fuori dagli schemi convenzionali, a dir poco originale. Dopo qualche esperienza lavorativa in Borgogna, alla fine degli anni Novanta ha scelto di rientrare in Italia per dedicarsi anima e corpo all'azienda di famiglia, fino ad allora concentrata esclusivamente sulla coltivazione e vendita delle uve di proprietà. Con il suo arrivo l'azienda, intitolata al padre Giovanni, ha assunto un'autonomia produttiva che oggi si esalta nella realizzazione di tre Barolo di Serralunga: La Serra, Cerretta e Vigna Rionda. Quest’ultima proprietà deriva dall’eredità della famiglia Canale, una striscia verticale di circa 0,8 ettari, esposta a sud sud-ovest, che copre l’intera pendenza della vigna. L’impianto originario, risalente al 1966, è stato rifatto nel 2011, ad eccezione di alcuni filari nella parte alta del vigneto che hanno permesso di ottenere, con l’annata 2011, il primo Vigna Rionda vinificato e affinato interamente da Davide. I Vigna Rionda 2007, 2008, e 2009, commercializzati dalla famiglia Rosso, sono stati vinificati da Tommaso Canale.
ETTORE GERMANO – Sergio Germano, a capo dell’azienda intitolata al padre, è uno dei produttori più diretti ed eclettici con i quali mi sia capitato di colloquiare di recente. Le sue parole sono schiette, le sue idee pragmatiche e i suoi vini concreti. Oggi Sergio gestisce 18 ettari di vigna, una decina dei quali a Serralunga (dove annovera Cru come Cerretta, Prapò e Lazzarito) e circa 8 a Cigliè, in Alta Langa, dove produce buone bollicine e il miglior Riesling italiano, l’Hérzu. Dalla vendemmia 2014, in seguito alla morte di Tommaso Canale, il suo patrimonio viticolo si è arricchito di una porzione di 0,42 ettari nella Vigna Rionda. Questa porzione si trova nella sezione più alta del crinale, nel settore centrale della vigna, con un’esposizione a sud-sud-ovest. L’impianto è stato completamente rifatto nel 2011 e per questo la sua prima versione di Vigna Rionda non uscirà prima del 2018.
GUIDO PORRO - A metà degli anni Novanta Guido Porro, nipote dell'omonimo fondatore, assume il controllo dell’azienda di famiglia e intraprende immediatamente un processo di conversione della produzione interna, invertendo le percentuali di commercializzazione di vino sfuso e di vino in bottiglia, con quest'ultimo che attualmente è arrivato a coprire il 95% del totale. Una produzione che si è progressivamente raffinata e che oggi può competere con le migliori espressioni langarole. L'azienda Porro è storicamente legata a uno dei Cru più prestigiosi di Serralunga, il Lazzarito, all’interno del quale può vantare la proprietà in monopolio di due parcelle, quali Lazzeirasco e Santa Caterina. Guido Porro, con Davide Rosso e Sergio Germano, chiude il terzetto di produttori che si sono spartiti l’eredità di Tommaso Canale nella Vigna Rionda. A lui è spettata la porzione di 0,42 ettari, contigua a quella di Sergio Germano, nella sezione inferiore del costa. L’impianto è stato completamente rifatto nel 2011 e la sua prima versione di Vigna Rionda uscirà nel 2018 con il millesimo 2014.
GIACOMO ANSELMA – Franco Anselma, classe 1958, è un uomo schivo e poco loquace, almeno finché non scorge nel proprio interlocutore un amore disinteressato per la sua terra. Con lui l’azienda Anselma, giunta alla quarta generazione, prosegue nel solco della tradizione una storia iniziata sul finire del XIX secolo come mediatori di uve: “Già mio padre, Felice Anselma, e poi io, abbiamo sempre fatto i mediatori di uve in questa zona” (Giaculin Anselma, padre di Franco, classe 1915). Oggi Franco, che continua ad acquistare uve in base alle necessità, possiede 3 ettari di vigna, con porzioni significative nella Vigna Rionda e nel Collaretto. Nella Vigna Rionda la famiglia Anselma possiede una parcella di 0,5 ettari nel cuore del segmento esposto a sud sud-ovest, con orientamento dei filari a girapoggio. L’acquisto di questa parcella risale in parte agli anni Venti e in parte ai primi anni Novanta, anni in cui l’impianto è stato completamente rifatto. La produzione annuale del Vigna Rionda di Anselma si attesta sulle 3.500 bottiglie.
VIGNA RIONDA DEI F.LLI MASSOLINO - L’azienda agricola Massolino affonda le proprie origini nel lontano 1896, quando Giovanni Massolino crea la “classica” fattoria langarola, incentrata su allevamento, coltivazione di varietà ortofrutticole e produzione di vino sfuso. Il legame con il vino di qualità si rafforza progressivamente con il passare dei decenni, scanditi dall’acquisto di parcelle in Cru come Parafada (1957) e Vigna Rionda (1960). Ogni generazione apporta il proprio contributo, Giuseppe Massolino prima, Renato e Giovanni poi. Ma è in particolare con quest’ultima generazione, quella di Franco e Roberto, che l’azienda è entrata nel novero delle più luminose realtà langarole. Il Vigna Rionda della famiglia Massolino, prodotto per la prima volta nel 1982, nasce da circa 2,3 ettari (sui tre totali nella vigna) posti nella sezione centro-occidentale della menzione. Gli impianti, orientati a girapoggio, sono datati 1965, 1985 e 2004. L’esposizione delle piante varia da sud sud-ovest a ovest sud-ovest nella parcelle che accompagnano la curva della collina verso nord.
PIRA LUIGI – Gianpaolo Pira è un uomo così schietto da apparire, in qualche circostanza, perfino ruvido; le sue parole sono cariche di quell’energia e quella fierezza di chi la terra la lavora per davvero. A lui va il merito di avere trasformato, nei primi anni Novanta, l’azienda di famiglia - dedita fino a quel momento alla sola coltivazione e vendita di uve - in una realtà produttiva consolidata. L’azienda Pira Luigi attualmente possiede 12 ettari, di cui 2 a Roddino, dove ricava le uve per la Barbera d’Alba, e 10 a Serralunga, comune nel quale detiene appezzamenti in Cru dal valore storico come Marenca, Margheria e, ovviamente, Vigna Rionda. Nella Vigna Rionda possiede una parcella di 1 ettaro nella porzione di vigna che guarda Monforte, con esposizione a pieno ovest. L’impianto risale al biennio 1993-1994 e presenta un orientamento dei filari a rittochino. La prima annata prodotta di questo Barolo è la 1997. La produzione annuale di questo vino si attesta sulle 4.500 bottiglie.
LA DEGUSTAZIONE
Nelle righe che seguono riporto le note di degustazione dei Vigna Rionda presentati nel corso del 2015 sul mercato. Si tratta di una panoramica esaustiva, che coinvolge due differenti millesimi (2009 e 2011), nel rispetto dei tempi e della tipologia (Classico o Riserva) che ciascun produttore prevede per il proprio vino. Per non creare storture ho preferito tralasciare le note ufficiose del vibrante assaggio in anteprima del Vigna Rionda 2006 di Mariacristina Oddero, eseguito di recente in azienda, e in uscita sul mercato solo il prossimo anno.